Quali valori trasmette oggi la politica?

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    C’era una volta la politica. Oggi ci sono i comitati d’affari e di potere, la politica ha rinunciato ad esercitare il suo ruolo primario.

    E’ questa l’amara constatazione. Osservando cosa succede ai vari livelli di potere, si è assaliti dallo sconcerto, dalla delusione, dalla frustrazione, che inevitabilmente prendono il sopravvento, e annichiliscono ogni entusiasmo.

    Una volta la politica riusciva, anche se tra mille contraddizioni, a dettare, oltre ad una agenda di lavoro, anche valori condivisi e condivisibili, oggi si manifesta attraverso una corsa sfrenata al potere per il potere, e non al servizio dei cittadini.

    Una legge elettorale iniqua e intollerabile ha fatto si che i deputati vengano nominati e non più votati, accrescendo un potere incondizionato dei  “padroni” dei vari partiti.

    La sfiducia è totale e assoluta, non si scorge all’orizzonte uno spiraglio di luce, che possa illuminare il cammino di quanti vorrebbero impegnarsi in politica. La conditio sine qua non per fare politica è dettata dall’appartenenza ad un gruppo di potere politico, economico, o subordinato a rapporti particolari di amicizia, e difficilmente alla meritocrazia, così tanta vituperata in questi ultimi periodi.

    Assistiamo in questi giorni ad una lotta fratricida, senza esclusioni di colpi (talvolta esageratamente bassi), tra i due cofondatori di un partito, che si richiama nel nome alla libertà. Libertà di che cosa, se non di assolutismo e visione padronale di un partito, che dovrebbe rappresentare la massima espressione popolare?

    Dall’altra parte c’è una insignificante opposizione senza più un’anima e senza la capacità di tracciare, indicare un percorso alternativo.

    In questo vuoto la Chiesa, giustamente, fa sentire la propria voce, lamenta l’assenza in Italia di una classe dirigente all’altezza della situazione. “La politica non svolge la funzione che dovrebbe competerle, mancano persone capaci di offrire obbiettivi condivisi, non esistono programmi di medio e lungo termine. Non emerge un’idea di bene comune, che permetta di superare divisioni e interessi di parte, se non personali”.

    Un Paese civile non può sicuramente andare avanti con uomini che hanno scelto la politica per sistemare se stessi e le loro cose.

    Ritorni la politica ad esercitare il suo ruolo primario a servizio dei cittadini e non delle bramosie personali.

    Felice Casalino

     

     

     

     

     

     

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