Napoli. Venezuelana ridotta in fin di vita da un rapinatore. Trovata a terra a Porta Capuana e salvata dagli agenti

Più informazioni su

Napoli. Massacrata di botte per rubarle pochi spiccioli. È caccia aperta all'uomo che l'altra notte ha ridotto in fin di vita una straniera di 31 anni in via Cesare Rosaro ll, a pochi passi da Porta Capuana. Restano ormai pochi dubbi dietro al grave fatto che ha portato Carla Tovan (cittadina venezuelana residente a Napoli) in un letto della Rianimazione dell'ospedale Loreto Mare a causa delle ferite provocate a mani nude dal suo aggressore. Sul fatto indaga la polizia, che sarebbe alla ricerca di un immigrato. A trovare la donna erano stati alcuni agenti in servizio di controllo del territorio la notte scorsa. Mancavano pochi minuti alle quattro quando due poliziotti a bordo di una volante che stava compiendo uno dei giri di routine per le vie del centro hanno notato il corpo di una persona riverso sul selciato, a bordo strada, in via Cesare Rosaro ll. Più che un corpo sembrava un ammasso di stracci, ma quando l'auto si è fermata per verificare è arrivata la drammatica conferma: si trattava di una donna priva di sensi e gravemente ferita, con profonde ferite al viso. Il volto tumefatto della donna – che al momento non aveva con sé i documenti – ha fatto scattare immediatamente l'allarme e sul posto è arrivata anche un'ambulanza con i sanitari del 118 che hanno trasportato la vittima all'ospedale Loreto Mare. Le sue condizioni erano gravi ma il cuore batteva ancora. Ricoverata, la donna si trova ancora in stato di incoscienza e per lei i sanitari si sono riservati la prognosi. Ma che cosa può essere accaduto? E chi ha ridotto in quello stato la donna accanendosi con tanta violenza? E perché? Sono bastate poche ore agli investigatori per imboccare la pista giusta: il movente dell'aggressione feroce era la rapina. Ma questo non consente ancora di chiudere il cerchio, individuando il responsabile. L'indagine era subito apparsa in salita: l'ora tarda della notte e la zona che, per quanto sempre trafficata, alle quattro del mattino è praticamente deserta sono circostanze che non aiutano. Nessun testimone, nella zona non ci sono nemmeno telecamere di videosorveglianza stradale. Per questo si è deciso di interessare anche gli esperti della Polizia scientifica e in particolare i loro archivi di fotosegnalamento. Un dato è certo: chi ha incrociato i passi di questa sfortunata donna ha fatto ricorso a una dose eccezionale di violenza per ridurla nello stato in cui si trova: fratture multiple alle costole e politrauma toracico, addominale e facciale. Colpi talmente estesi che, sulle prime, gli investigatori non escludevano nemmeno la pista di un investimento stradale e di un pirata della strada che dopo avere centrato con la vettura la donna sarebbe fuggito. Tra le ipotesi finite al vaglio, anche quello di una tentata violenza sessuale, subito però archiviata. Unico indizio utile – nelle prime ore della notte, dopo il ritrovamento – è stato quel giubbotto che si trovava accanto al corpo e al cui interno c'erano le chiavi di un'abitazione, quasi certamente la casa in cui viveva la vittima. E da lì si è cominciato a risalire alla sua identità, scoprendo che Carla Tovan abita non lontano dal luogo in cui poi è stata ritrovata in fin di vita. Naturalmente la speranza di risalire all'aggressore (o agli aggressori) a questo punto è legata soprattutto alle condizioni della donna: se il suo stato di salute migliorasse e se riprendesse coscienza, la donna potrebbe fornire elementi fondamentali anche per riconoscere il suo aggressore. L'area circostante la zona dell'agguato è meta abituale anche di molti extracomunitari e negli ultimi tempi è stata teatro di risse e gravi fatti di sangue. (Giuseppe Crimaldi – Il Mattino) 

Più informazioni su

Commenti

Translate »