Agropoli. Bolletta troppo salata. Comune contro l’Eni. La sfida in Tribunale

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Decreto ingiuntivo al comune di Agropoli dall’Eni Spa. Nel provvedimento di opposizione, votato dalla giunta municipale, si legge che «la società Eni Spa, nell’ambito della propria attività di somministrazione di energia elettrica, ha stipulato in data 31 maggio 2012 e 20 giugno 2012 contratti con il Comune di Agropoli per la somministrazione di energia elettrica per una serie di punti di prelievo intestati al Comune». A fronte della fornitura l’Eni ha emesso fatture fino ad aprile 2014. Il 17 gennaio 2014 l’ Eni ha sostenuto di essere creditrice nei confronti del comune per 274.619 euro per la fornitura effettuato e ne ha intimato il pagamento, provvedendo successivamente ad interrompere la fornitura notificando il decreto ingiuntivo per l’importo indicato, oltre interessi. Il comune di Agropoli ha ritenuto di opporsi, innanzi al Tribunale di Roma, al decreto ingiuntivo conferendo incarico di legale nella controversia all’avvocato Romolo Frasso di Salerno al quale corrisponderà un compenso che è fissato in 4.500 euro al netto di Iva e degli oneri previsti per legge. Una storia che parte da lontano quella tra il comune cilentano e l’Eni nella qualità di fornitore del servizio elettrico. Circa un anno e mezzo fa un’agenzia locale, che si occupava di stipulare contratti di energia elettrica e di altro tipo, propose al comune di firmare un nuovo contratto di energia elettrica con Eni proponendo tariffe estremamente competitive rispetto a quelle praticate dallo storico gestore, Enel. Il comune accettò di provare per qualche mese stabilendo, contrattualmente, di far gestire 3 dei circa 70 punti di prelievo intestati all’Ente, per poi valutare dopo un numero di mesi se il risparmio preventivato ci fosse o meno e quindi valutare di prolungare il contratto o di rescinderlo in caso la convenienza non fosse stata effettivamente riscontrata. Secondo l’Ente la società andò ben oltre gli accordi stipulati e anziché operare il contratto per un numero minimo di punti di prelievo questo venne applicato per decine di punti senza il consenso del Comune. Tale operazione sarebbe poi stata svelata quando l’Eni ha presentato il conto dopo alcuni mesi. L’Ente, per provare la sua buona fede, sottolinea come il contratto di fornitura di energia elettrica è rimasto in auge anche con il vecchio gestore per tutto il tempo che Eni dice di aver fornito la corrente. Tali operazioni ora dovranno essere chiarite in Tribunale e qualora il gestore non si accordasse eventualmente per una transazione, alla luce di come si sono svolti i fatti, l’Ente cilentano potrebbe anche procedere ad una denuncia penale con richiesta di danni per la spiacevole situazione venutasi a creare. (Andrea Passaro – La Città di Salerno)

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