Napoli. Per la visita del Papa mancano ancora palchi e transenne. Le strade saranno delimitate con nastro bianco e rosso

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Napoli freme, fra tre giorni il Santo Padre sarà in visita alla città. L’organizzazione trema, fra tre giorni il Papa sarà qui e i palchi dai quali dovrà parlare ai fedeli sono ancora allo stato embrionale; fra poco più di 72 ore Bergoglio percorrerà le vie della città ma non si trovano le transenne per delimitare le strade. Cosa accadrà? Ovviamente accadrà che, alla fine, tutto si metterà a posto. Anche se oggi un qualunque osservatore esterno scommetterebbe sulla sconfitta organizzativa, questa città ha mille risorse e ha fatto dell’arte di arrangiarsi una bandiera: così le soluzioni si cercano, si troveranno. Si troveranno? Diciamo di sì. Ad esempio, cosa succede se non ci sono abbastanza transenne per delimitare tutte le strade che dovrà percorrere il Papa? Semplice, si vanno a comprare metri e metri di nastrino rosso e bianco di plastica scadente (è quello che spesso vediamo a segnalare le voragini della città e che dopo un giorno s’è già dissolto) e si sostituiscono le sostanziose transenne con il delicato nastrino, confidando nel buon cuore dei napoletani che, per rispetto del Santo Padre, decideranno di considerare solida come il ferro, e quindi invalicabile, quella ridicola strisciolina di plastica colorata. Il fatto è che, oltre al percorso papale, bisogna blindare anche tutte le vie d’accesso all’itinerario della papamobile, e sono tante. Per convincere la gente a non infilarsi con l’auto nelle strade vietate non basterà un’ordinanza sindacale: occorre rendere inaccessibili quei percorsi, tenerli presidiati, fisicamente chiusi. Bisognerebbe transennare quelle strade, insomma. Ma siccome le transenne non basteranno nemmeno per il percorso papale, come volete che ce ne siano per le altre necessità? Insomma, il concetto è «vigili, arrangiatevi e usate il nastrino rosso». Non ci si può arrangiare, invece, per l’allestimento dei tre palchi (Scampia, Plebiscito e Rotonda Diaz) dai quali Papa Francesco benedirà la città: quelli devono essere perfetti, senza sbavature e, soprattutto, solidi. Ma anche su questo fronte c’è affanno, esagerato affanno. Il fatto è che le lungaggini burocratiche hanno esteso a dismisura i tempi dell’assegnazione del bando per quei palchi. Così al momento dell’apertura delle buste, il 6 marzo, molte delle ditte partecipanti si sono rese conto che il tempo era troppo poco per l’impegno richiesto: la costruzione di tre palchi per il Papa, la sistemazione degli impianti audio e delle luci, entro le 9 del mattino del 20 di febbraio. E così la prima vincitrice ha presentato una formale rinuncia, senza fornire motivazioni; la seconda aggiudicataria pure s’è tirata indietro spiegando al Comune che non si poteva costruire tutta quella roba in tempi così stretti. Si è arrivati, così, alla terza classificata nella corsa alla realizzazione dei palchi napoletani, la Dee Jay Service di Rende in Calabria. Il titolare, Remo Florio, è venuto di corsa a Napoli lunedì mattina e ha garantito che riuscirà nello sprint per i palchi papali. Ieri pomeriggio era già in fase di allestimento quello della rotonda Diaz: se il tempo sarà clemente come annunciano le previsioni, tutto dovrebbe filare liscio. Tutto liscio come l’olio, liscio come l’asfalto gettato sulle strade che verranno percorse dalla papamobile: una striscia esatta di cinque metri, così come è stato chiesto dall’organizzazione del Vaticano. Il fatto è che a destra e a sinistra di quei cinque metri di asfalto liscio sono rimaste le voragini di Napoli: «Speriamo che l’auto del Papa non sia costretta a deviare –sussurra un casco bianco – anche pochi centimetri basterebbero per dare a Sua Santità un assaggio del camel trophy napoletano ». (Paolo Barbuto – Il Mattino) 

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