IL NAPOLI, LA JUVE E RAFFAELE AURIEMMA ALLE AXIDIE DI VICO EQUENSE

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Nel libro del giornalista napoletano si parla della famosa partita a Torino

VICO EQUENSE – Il titolo del libro “ Seppelliteci qui” dice tutto, come diceva Totò ed è la cronistoria di una giornata, che per i tifosi del Napoli è tutto un programma, vissuta prima, durante e dopo la famosa partita dell’ottobre scorso contro la “vecchia signora”. Una partita che la squadra partenopea giocò con entusiasmo e passione ribaltando un parziale che la vedeva sotto di due reti, dando quella grinta anche a chi era sugli spalti dell’Olimpico di Torino. Un qualcosa che, chi ha seguito quella gara sia che era presente nello stadio e sia che la stava seguendo tramite la tv, non si dimenticherà tanto facilmente. Erano ben ventuno anni che il cosiddetto “ciuccio” non batteva una “madama” che era salita con lui dalla serie cadetta e che entrambi pagavano lo scotto bollente delle annate passate, più nere che azzurre. Un incontro che lo stesso giornalista-scrittore ha vissuto in prima persona, poiché era il telecronista, ed lo è tutt’ora, di Mediaste Premium e che ha commentato mettendoci tutta quella passione e quella veracità che sono in lui, ma forse, ed è così, anche in tutti i tifosi del Napoli quando si affronta l’argomento Juventus. Nel libro si colgono tutti gli aspetti, le ansie e le frenesie di quelle persone che coinvolgono le varie parti della società, e che quando c’è la famosa partita si uniscono sotto una sola bandiera, quella azzurra. Nella serata in riva al mare della costiera sorrentina, sono intervenute molte persone, tra cui molte donne e bambini, assetate, se possiamo dire così, di ascoltare dalla viva bocca del giornalista-scrittore gli avvenimenti di quella serata. Egli è rimasto stupefatto dall’incantevole scenario che si presentava alla sua vista, e lo ha ben sottolineato: “Abbiamo fatto molte presentazioni in varie parti, ma questa di stasera è la più bella”. E poi parla del libro e della gara dicendo che “esso è una pietra miliare che ci porta in un’altra dimensione e che questa è una rivincita nei confronti del Nord”, ma il tutto in poche succinte parole perché tutti sono ansiosi di parlare del Napoli. Ed ecco che si scivola su mister Mazzarri e sul come ha cambiato in pochi giorni i giocatori azzurri. Egli risponde con quella naturalezza che noi vediamo anche durante le trasmissioni televisive: “I calciatori quelli erano ed ha recuperato anche quelli che erano in tribuna. Mazzarri ha usato la grande passione ed ha parlato singolarmente con ogni calciatore”. E continua dicendo che “ha fatto un lavoro da professionista e mentale. Questo significa che facciamo gruppo e che si può fare molto”. Naturalmente non poteva mancare la domanda sul calcio mercato, egli risponde che “si deve aspettare il 1° settembre e penso che il Napoli voglia aspettare. Intanto le premesse sono buone e per me un mediano turco con passaporto svizzero arriverà a Napoli”. L’entusiasmo che regnava negli spettatori lo si vedeva e leggeva sui loro volti, ed ecco che si sofferma anche sulle coppe. “Vincere una Coppa Italia è un obiettivo. –dice con franchezza- In Europa che il Napoli arrivi alla fase a gironi è un gradino in più. Penso –e così termina- che il sogno dei tifosi del Napoli è la finale di Champion League”. Dopo il discorso passa sulla nazionale e conferma che “sono contento che sia arrivato Prandelli che non è di nessun partito”. E non poteva mancare, ed era ovvio giacchè ne ha scritto la prefazione, di dire qualche battuta si Nino D’Angelo che è un tifoso appassionato del suo Napoli. E qui Auriemma racconta un aneddoto, perché quando si doveva scriverla, capitava che il cantante napoletano stava partecipando in quelle serate al Festival di Sanremo. Nella prefazione del testo edito dalla Graf dei fratelli Chirico, Nino D’Angelo ricorda le parole di suo nonno che diceva che la “Juve non è solo il nome di una squadra di calcio, per chi tiene il sangue azzurro vo’ dicere Potere. E quando la si batte è la vittoria più bella perchè non vince solo il Napoli ma una città ed il suo popolo”. E perciò che vogliamo morire qui, anzi “Seppelliteci qui”.

 

       Raffaele Auriemma

GIUSEPPE SPASIANO

 

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