Torre del Greco. Crolli al cimitero. I parenti dei defunti: grave incuria

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Torre del Greco. Ancora cedimenti al cimitero di viale Campania. Stavolta a scricchiolare sotto i colpi del tempo e dell’incuria sono gli ossari della Congrega di San Michele, l’ala privata del camposanto gestita dall’omonima associazione religiosa. Da qualche giorno, infatti, diversi monumenti funerari del campo risultano vistosamente crepati, tra l’indignazione e la rabbia dei fedeli concessionari delle opere. Evidenti le superfetazioni nei nicchiari, come attestato dai verbali preparati dai tecnici. Ma spesso i casi sono molto più gravi, con veri e propri crolli all’interno dei piloni consumati dal tempo e tutto intorno alle scale che conducono dal piano terreno al secondo piano dei nicchiari. Lefoto che immortalano il degrado nel comprensorio di San Michele sono subito finite sul web, in particolare nel gruppo Facebook «Segnaliamo cosa non va a Torre del Greco» dove cittadini e studenti discutono dei problemi del paese. Le reazioni, neanche a dirlo, sono tutte negative. «È uno schifo – dice una casalinga – Il cimitero cade letteralmente a pezzi sui nostri cari estinti. Anche noi che andiamo a far visita ai defunti rischiamo grosso: primo o poi qualche masso si staccherà e ci finirà in testa». «Paghiamo le tasse cimiteriali senza però ricevere manutenzione né rispetto – le fa eco un commerciante – Quei nicchiari hanno bisogno di manutenzione: è troppo facile dare la colpa al tempo che passa e che corrode i monumenti. Qualcuno dovrebbe provvedere a una messa in sicurezza urgente». Per la verità, la Congrega ha già iniziato a eliminare molte delle parti pericolanti: a breve, fanno sapere, partirà anche il ripristino dell’area previa autorizzazione della Curia. Ma l’avvio degli interventi non basta a placare l’ira dei parenti dei defunti. Costretti a subire anche un altro disagio: quello dei tanti, troppi furti tra le nicchie. Dopo una tregua apparente di pochi giorni, i tombaroli sono tornati in azione portando via decine di ornamenti funebri dalle sepolture. Lo schema è quello classico: la gang si introduce nel cimitero attraverso l’ingresso secondario di San Giuseppe alle Paludi e da lì fa velocemente razzia dei complementi mortuari usando i ferri del mestiere. Spariti i portavasi in ottone e le croci elettriche che illuminano le fotografie dei cari estinti sulle nicchie. E perfino le corone di fiori più costose sono finite nel bottino dei criminali. (Francesca Raspavolo – Il Mattino)  

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