Benitez soddisfatto del risultato della sua squadra. Sui cori razzisti: «Bisogna chiudere gli stadi»

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    Riecco il Napoli di Rafa, dunque. E proprio quando sembrava che la zattera cedesse. «L'atteggiamento è stato perfetto e non era semplice mantenere il ritmo e l'intensità di una Lazio molto forte». Eppure Benitez non può che essere contento: il pareggio con gol in una sera di Coppa è sempre una bella notizia. E poi dopo essere riuscito ad azionare gli idranti sui bollori della squadra di Pioli, fino a spegnerli del tutto. «Meno amnesie in difesa? Direi che è stata una buona gara di tutti, perché se siamo riusciti a fare 15 tiri in porta, a creare occasioni nette, il merito è anche dei difensori». La sensazione è che sarà un finale di stagione così, tra picchiate e risalite, ed è assai difficile che Rafone riesca a inquadrare la situazione in tutta la sua complessità. Intanto, almeno, ritrova il sorriso. «Ero arrabbiato a Torino, dopo tanti anni ho tutto il diritto di poterlo essere. Però con la Lazio c'è stata la reazione che volevo: sono contento anche perché abbiamo visto una gara veloce e intensa e con la pioggia sembrava davvero una sfida di Premier League. E noi siamo stati all'altezza ». Il futuro è un discorso da cui volare lontanissimi: «Bigon sta lavorando bene non solo per la prossima stagione ma anche per la solidità del Napoli del futuro». Manca poco che dica: un futuro in cui io non ci sarò. Al prossimo allenamento ritroverà Insigne che ieri ha avuto il via libera dopo il consulto a Villa Stuart: il suo recupero è un balsamo per la sicurezza del gruppo, un lenitivo per dolori e doloretti. «Si gioca davvero tanto, così tanto che faccio fatica a contare le partite. Si va in campo al ritmo di un match ogni tre giorni». È la serata dei sorrisi: «L'approccio è stato buono, ci sono stati degli errori da parte nostra ma anche la Lazio ne ha commessi. I valori delle due squadre sono molto vicini e la concentrazione e la fiducia hanno fatto la differenza». Benitez sa che l'1-1 spalanca le porte alla seconda finale di Coppa Italia consecutiva, la decima della storia del club. Però al suo solito frena: «Cinquanta per cento: siamo alla pari, la qualificazione si gioca al San Paolo». Le critiche di Torino hanno fatto bene? «Si parla troppo: ma i giocatori credo che abbiano capito cosa sono le cose da fare…». Il Napoli di coppa sembra davvero di altro materiale: non perde, infatti, dalla sera di Berna con lo Young Boys, il 23 ottobre. Nel finale manda un segnale al nostro calcio, indossando le vesti del condottiero azzurro: «Troppi cori contro i tifosi del Napoli: bisogna chiudere le curve e gli stadi, altrimenti la lezione nessuno la impara». (Pino Taormina – Il Mattino) 

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