Napoli. Voragine a Pianura, indaga la Procura: crollo o disastro colposo? È allarme sciacalli nelle case evacuate

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Napoli. Chi è il colpevole per la voragine di Pianura? Se lo chiede anche la Procura della Repubblica che ieri ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Solo le indagini, affidate al pool che si occupa di colpe professionali e pubblica incolumità, coordinato dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio, chiariranno ogni singola responsabilità e daranno un indirizzo preciso all’ipotesi di reato che può variare dal crollo al disastro colposo. Intanto a Pianura crescono rabbia e preoccupazione. Il nuovo fronte sul quale i 380 sfollati si ritrovano a combattere ha un nome odioso: sciacalli. Ieri, ottenuto il permesso di tornare nelle abitazioni per recuperare abiti e oggetti, alcuni abitanti hanno scoperto segni di effrazione. Alcuni portoncini «interpiano» sono già stati forzati e sono visibili i primi segni di violazione delle porte delle abitazioni. Secondo gli sfollati, dopo le prime ore di grande attenzione intorno all’area della voragine, la protezione da parte delle forze dell’ordine sarebbe venuta meno, lasciando campo libero ai ladri d’appartamento. Gli sfollati adesso hanno una paura in più e giurano che violeranno l’ordinanza e torneranno a dormire nelle loro case, ancora pericolanti, per difenderle da nuovi assalti notturni. Intanto i lavori di riempimento della voragine proseguono a ritmo serrato. Oltre 1.500 metri cubi di pietrisco e cemento dovranno essere versati per «ricostruire» quella porzione della città che è stata ingoiata dallo sprofondamento. La maggior parte del materiale si è andato a riversare all’interno di una galleria dismessa della Circumflegrea che ha ceduto sotto il peso del terreno zuppo di pioggia ed è crollata. Ieri i vigili del fuoco sono andati a ispezionare il tunnel. Non avrebbero notato situazioni di imminente pericolo ed è probabile che in tempi stretti venga anche consentita la riapertura al passaggio dei treni della Circumflegrea che, attualmente, viaggiano in una galleria situata a una quota inferiore rispetto a quella crollata. Nel frattempo via Campanile, la strada dove si è aperta la voragine, viene costantemente presidiata dal presidente della Municipalità, Maurizio Lezzi, e dal suo staff che accoglie le richieste delle persone e cerca di trovare soluzione ai problemi. Attualmente la maggior parte dei servizi è stata riattivata nei palazzi che circondano quelli evacuati (sono quattro edifici ad angolo che affacciano sull’incrocio crollato); l’Abc ha creato in tempo record nuovi percorsi per le condutture in modo da restituire acqua corrente a tutti gli abitanti: c’è un solo palazzo ancora senz’acqua da domenica mattina. L’Abc ha anche istituito un servizio di controllo fisso sulle condutture della zona per evitare il pericolo di perdite d’acqua. Secondo l’azienda presieduta da Maurizio Montalto, che è stato personalmente sui luoghi della voragine fin da domenica mattina, il cedimento non è stato causato da una perdita nelle condutture idriche, come inizialmente ipotizzato: «Fin dalla settimana precedente il crollo, quando c’era solo un piccolo cedimento, avevamo effettuato indagini su questa area – spiega Montalto – e sapevamo che le nostre condutture erano a posto. Ora, dopo la voragine, abbiamo deciso di mantenere fissi i parametri di verifica in questa zona per segnalare, in tempo reale, eventuali problemi che, per adesso, non riscontriamo». Per consentire agli sfollati di rientrare nelle case bisognerà attendere la definitiva sistemazione della volta della galleria crollata e poi procedere al definitivo riempimento della voragine. Secondo le prime verifiche, gli edifici che sono stati evacuati non presenterebbero danni tali da impedire il rientro degli abitanti. Ma solo dopo aver completato i lavori alla sede stradale sarà possibile effettuare rilievi puntuali e dare serenità alle persone. Nel frattempo gli sfollati chiedono, almeno, protezione: la paura degli sciacalli oggi è più forte di quella della voragine. Se nessuno presidierà le loro case, resteranno loro a guardarle, con ronde fisse, giorno e notte. (Paolo Barbuto – Il Mattino) 

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