Tripoli. Terroristi-kamikaze assaltano un hotel: dodici morti

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    Tripoli. E’ stata un'azione in pieno stile militare quella che ieri mattina ha sconvolto l'hotel Corinthia di Tripoli. Intorno alle dieci del mattino, infatti, una o due autobomba sono state fatte detonare nei pressi del primo checkpoint dell'albergo, mentre almeno quattro uomini armati hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con le guardie presenti all'entrata uccidendone tre. I sistemi di sicurezza non hanno retto, i killer hanno sparato all'impazzata facendo almeno altri cinque morti, secondo le ultime stime, tra i quali un cittadino statunitense. L'albergo, uno dei più lussuosi della capitale, insieme al Blue Radisson, è spesso utilizzato da rappresentanti governativi e delegazioni straniere. I sistemi di sicurezza sono tra i più elevati della capitale, non sufficienti però a fermare un commando suicida che è disposto a tutto pur di colpire il proprio obiettivo. Nella struttura sarebbero o erano presenti fino a poco tempo fa anche alcuni rappresentanti diplomatici dell'ambasciata francese (chiusa da tempo) e di quella quwaitiana, oltre a compagnie commerciali del Golfo e compagnie petrolifere come la Conoco Phillips. Gli obiettivi possibili quindi erano o le rappresentanze commerciali e diplomatiche straniere o lo stesso premier del governo sostenuto dalla coalizione militare e di forze islamiste di 'Libya Dawn' (Scudo Libico), Omar al-Hassi. Il Primo Ministro infatti, che in quel momento risiedeva in una delle stanze del 22? piano, è stato messo in salvo dagli uomini della sicurezza. Gli attentatori, secondo fonti ufficiali libiche, hanno quindi preso alcuni ostaggi, presumibilmente personale dell'albergo di nazionalità marocchina o filippina. Uno degli assalitori si sarebbe poi fatto saltare in aria al ventunesimo piano azionando un corpetto esplosivo, mentre nello scontro a fuoco almeno due terroristi sarebbero stati uccisi e uno, sembra, catturato. Le informazioni in merito a quanto è successo all'interno dell'albergo sono però ancora frammentarie e confuse. I rappresentanti istituzionali tripolini hanno subito accusato “i lealisti di regime di Gheddafi”, ma è un’accusa strumentale non supportata da nessuna prova. Un post su twitter ha invece rivendicato l'attacco da parte dello “Stato Islamico di Tripoli e provincia”. (Il Mattino) 

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