Ospedale Unico della Penisola Sorrentina trenta anni dopo

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di Antonino Siniscalchi Penisola sorrentina – La svolta sul piano dell’’ospedale unico della penisola sorrentina arrivata direttamente dal governatore Stefano Caldoro nel corso dell’ultima audizione in commissione Sanità della Regione Campania suggerisce al cronista che ha registrato gli avvenimenti della zona di ieri e di oggi una sincera riflessione. Oggi come ieri l’opportunità di razionalizzare i costi e migliorare la funzionalità dei servizi rilancia un progetto abortito nella metà degli anni Ottanta del Secolo scorso. Oggi come ieri ci sono fronti contrapposti che discutono di una scelta irrinunciabile per le esigenze delle generazioni future. Da una parte il versante sorrentino che guarda con apparente condivisione l’iniziativa, dall’altra una parte del versante vicano che teme di veder sfumare l’opportunità di conservare l’ospedale nel centro di Vico Equense. L’inserimento del progetto nel piano ospedaliero triennale di una struttura consortile ubicata a Sant’Agnello, dove oggi sono ospitati gli uffici del distretto 59 dell’Asl, in sostanza, ripropone l’obiettivo sussurrato e ipotizzato negli anni ottanta, dopo i danni strutturali all’ospedale De Luca & Rossano sotto i colpi del terremoto del 23 novembre 1980. I politici dell’epoca non trovarono la convergenza su quella ipotesi. Oggi come ieri ad avversare il progetto fu una parte del fronte politico vicano, all’epoca ben radicato in ambito regionale, e l’iniziativa di conglobare a Sant’Agnello, in una sola azienda ospedaliera, il piano sanitario della penisola sorrentina sfumò. Oggi come ieri, quindi, c’è una sottile rivalità, sostenuta dai giochi dei campanili, che rischia di far naufragare un progetto sostenuto da principi di razionalità ed efficienza. L’ampliamento dell’attuale sede del distretto sanitario locale dell’Asl Na3, infatti, prevede la realizzazione di un ospedale a sei piani e con oltre 200 posti letto, circa cento in più rispetto ai 120 attualmente disponibili tra il «Santa Maria della Misericordia» di Sorrento e il «De Luca e Rossano» di Vico Equense. Le unità operative attive in questi due nosocomi, come chirurgia e ortopedia, saranno trasferite nella nuova struttura. A esse si aggiungeranno i reparti di terapia intensiva neonatale, pediatria infantile, ostetricia e ginecologia, oculistica, emodinamica e nefrologia: una novità importante per i pazienti sorrentini costretti a raggiungere Castellammare e Napoli per sottoporsi alla dialisi. Ancora, cardiologia con unità di terapia intensiva coronarica ed emodinamica; pediatria con terapia intensiva neonatale; trauma team (chirurgo, ortopedico, chirurgo vascolare); pronto soccorso con annessi posti letto di osservazione breve intensiva e medicina d'urgenza; rianimazione e terapia intensiva postchirurgica; ginecologia ed ostetricia; laboratorio analisi e patologia clinica. Previsti anche posti di medicina d’urgenza e di osservazione breve, oltre a un parcheggio interrato e a una superficie per il decollo e l’atterraggio delle eliambulanze. Costo dell’opera: tra i 100 e i 120 milioni di euro, che la Regione dovrebbe finanziare con i fondi europei del Por 2014-2020. L’obiettivo è dar vita entro il 2018 a un ospedale all’avanguardia, dotato di strumentazioni altamente tecnologiche, attrezzato per fronteggiare le emergenze e dare risposte efficaci alla massiccia utenza della penisola sorrentina: 110mila residenti più i tre milioni di turisti che, ogni anno, scelgono la costiera come meta delle proprie vacanze. Oggi come ieri.

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