Napoli. Porta Nolana, spariti i venditori di spazzatura. Gli extracomunitari si sono spostati in corso Garibaldi

Più informazioni su

Napoli. Porta Nolana, la quotidianità. Sono passate poco più di quarantotto ore dalla “rivolta” di via Cesare Carmignano, in cui i residenti si sono scagliati contro gli extracomunitari venditori abusivi dopo che uno di loro aveva aggredito una donna. Lo scontro, combattuto a colpi di bottiglie e secchiate d’acqua tra gli immigrati in strada e la gente affacciata ai balconi, si era risolto con l’arrivo in forze della Polizia dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, che aveva causato il fuggi fuggi generale tra i numerosi extracomunitari, per la maggioranza nordafricani, che lungo quella strada e nelle aree limitrofe avevano allestito, come ogni giorno da anni, un mercatino abusivo di materiale raccolto dalla spazzatura. A due giorni di distanza, a Porta Nolana l’aria resta tesa, colma di frustrazione e insofferenza. Numerosi stranieri passeggiano lungo le stradine, altri si fermano in gruppetti a parlottare tra loro, mescolandosi ai napoletani. Tranquillamente, come se non fosse successo nulla. Soltanto qualcuno ha della merce esposta, ma di venditori di spazzatura non se ne vedono. È contro questi ultimi che la gente si è ribellata, è contro di loro che i residenti esasperati puntano il dito. Una reazione che ha prodotto, di rimando, una pausa temporanea nel suk che si estende tra le strade di via San Cosmo Fuori Porta Nolana, via Carmignano e i budelli adiacenti. In attesa di far calmare le acque, gli ambulanti di spazzatura si sono spostati in un altro punto del corso Garibaldi, davanti alla stazione della Circumvesuviana di Porta Nolana. «Non si tratta di razzismo – commenta un uomo davanti al suo negozio – noi non ce l’abbiamo con gli stranieri. Alcuni si sono integrati, altri no. È questa la verità. Noi ce l’abbiamo con quelli che fanno di questa strada un porcile, senza alcun rispetto per chi ci abita. Domenica sembrava di vedere un film sulle “Quattro giornate di Napoli”, con tutta quella gente che finalmente si ribellava. Io ho il negozio in questa zona da cinquant’anni, ma negli ultimi anni l’ho vista degradarsi fino a spegnersi. Qualcuno ha già detto che noi siamo “i cattivi”, che odiamo gli extracomunitari, ma guardate come riducono queste strade». La distinzione tra “stranieri civili” e quelli “incivili” è un leitmotiv nei discorsi degli abitanti del quartiere, che temono che le proprie rimostranze possano essere scambiate per manifestazioni di razzismo. In un negozio di elettrodomestici poco distante la titolare e il commesso discutono con alcuni clienti degli episodi dei giorni scorsi e della situazione che ormai da tempo sono costretti a vivere. «Le nostre vetrine – racconta – sono diventate le loro panchine per vendere. Abbiamo messo anche dei ferri, ma niente, si siedono lo stesso. E il Comune in tutto questo cosa fa?». A sentire qualcuno, anche ieri le bancarelle di spazzatura sono state allestite, ma sono durate molto poco, giusto il tempo che una volante della Polizia Municipale comparisse in zona. I servizi di pattugliamento, costanti nel tempo e intensificati per quanto possibile nell’ultimo periodo, non possono però arginare una situazione che ormai si è trasformata in un problema di ordine pubblico. L’endemica mancanza di uomini e mezzi, l’impossibilità di avere a disposizione un automezzo dell’Asia per raccogliere i rifiuti messi in vendita, fanno degli agenti della Municipale poco più che uno spauracchio, un intoppo davanti al quale basta far sparire le bancarelle per sistemarle nuovamente qualche minuto più tardi. Di solito gli abusivi compaiono a orari ben precisi: alle prime ore dell’alba, poi nel primo pomeriggio, quando c’è il cambio turno delle pattuglie, e infine tornano in serata. «Ma voi avete idea di quante denunce abbiamo fatto?», chiedono da un altro esercizio commerciale. (Nico Falco – Il Mattino)

Più informazioni su

Commenti

Translate »