Napoli. Caro fitti, chiude anche la libreria San Paolo. Guida e Loffredo, a Port’Alba scatta la corsa agli ultimi volumi
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Napoli. Alle circa 40 librerie chiuse in città negli ultimi cinque anni, se n’è appena aggiunta un’altra: la San Paolo degli ex Dehoniani in via Depretis, specializzata in testi religiosi, cattolici ma non solo. Un tesoretto unico a Napoli di filosofia, spiritualità, teologia e varie pagine rare. Un altro epilogo amaro, «dovuto alla crisi», commenta delusa Livia Grego, uno dei quattro dipendenti che dopo un periodo di cassa integrazione sono ora a un passo dall’essere licenziati. Purtroppo per loro, per i loro figli, per i loro coniugi e per la cultura partenopea. Dopo 35 anni, dunque, chiude la libreria sacra di via Depretis. Qui i Paolini di Alba (gli editori di testate storiche come Famiglia Cristiana) erano subentrati da circa 7 anni proprio ai padri Dehoniani, libreria religiosa che aveva chiuso a Napoli. Qualcosa però è cambiato negli ultimi mesi. «Qui, al sesto anno di attività, il contratto d’affitto, come da accordi presi con i Dehoniani proprietari dei locali, è passato da mille a tremila euro al mese – spiega Paola Santoro, un’altra ormai ex-dipendente – Sulla questione sono state anche intavolate delle trattative ma questo non è bastato a evitare la chiusura della libreria a inizio di questo mese. Ci sono stati tagli in alcuni magazzini della diffusione San Paolo e negli uffici a Roma. Sta chiudendo anche una libreria di Ancona». Risultato: la San Paolo di Alba sopravvive, come quelle di Firenze, Parma, Padova, Belpasso e altre. Quella di Napoli no. Una città a forte umore spirituale e culturale come Napoli che perde un pezzo sacro. Così restano meno di una manciata le librerie ad argomento religioso in città. Le due delle Suore Paoline (vicino al Duomo e ai Colli Aminei) ed Elledici (via Duomo). «Senza soldi si fa fatica a far girare la catena anche del libro religioso – dice Andrea Reascione di Elledici – A Napoli siamo rimasti in 3. Il nostro pubblico è però settoriale e questo ci aiuta a galleggiare». Tornando in via Depretis, non sarà organizzata nessuna svendita fallimentare. I dipendenti stanno inventariando i testi, che saranno venduti altrove. «La nostra libreria era un unicum – si sfoga ancora Livia – Eravamo più “aperti” di altre librerie cattoliche napoletane e la specializzazione del mercato è vincente con questa crisi. Le abbiamo provate tutte. Da noi si trovavano anche testi come quelli di Augias, libri ebraici o religiosi ma non strettamente cattolici. E dire che il Papa aveva appena detto: “Non lasciate le famiglie per la strada”». Le cose sono andate diversamente, con buona pace degli scritti di Origene o dell’Apocalisse in ebraico del Vecchio Testamento. Quando Napoli sarà diventata quello che è, cultura ed economia cesseranno di essere due cose diverse. Nell’attesa di questa Partenope Promessa, dal mondo dei libri arrivano una buona notizia e una notizia figlia del fallimento. Partiamo dalla seconda: si avvia una nuova svendita nell’ex Guida a Port’Alba: «Aperti il 7 novembre dalle 16 circa alle 19.30 e l’8 novembre dalle 9.30 fino alle 24 – dicono i curatori fallimentari – Una due giorni in cui a Port’Alba si troveranno anche libri diLoffredo, dagli ex locali della libreria vomerese. Dall'ex Guida stiamo vendendo gli arredi e c’è ancora un deposito a Barra da svuotare». Ma una lieta novella c’è, dicevamo, per i librai e in potenza per tutte le imprese culturali cittadine. Una rivoluzione: il Cosap (canone occupazione di spazi e aree pubbliche) sarà «a costo zero – spiega l’assessore alle Attività Produttive del Comune Enrico Panini – Laddove si facciano migliorie al territorio esoneriamo le attività dal pagamento. L’unico vincolo: il progetto dovrà essere convenuto con l’amministrazione. Un emendamento che ho fortemente voluto introdurre: coprirà Port’Alba e gli esercizi culturali di altre zone, ma anche attività di ristorazione esterna che accrescano la qualità di Napoli». Probabilmente, il caos successivo alle multe estive fatte dai vigili ai librai di Port’Alba ha contribuito a smuovere le acque culturali. Così, infatti, si legge nel documento di Palazzo San Giacomo approvato nei giorni scorsi: «Per le occupazioni poste in essere da operatori commerciali e artigianali che, nell'ambito di un progetto di riqualificazione dell'area su cui insistono, approvato dall'Amministrazione, prevedano elementi di arredo e migliorie delle parti esterne (facciate, vetrine, insegne) in coerenza col progetto stesso, la giunta può approvare una riduzione del canone corrispondente al valore economico delle opere realizzate e concordate con l'Amministrazione». «A Port’Alba non si tratterà di un’occupazione semplice, ma di un arredo e di un servizio al turismo e al pubblico – commenta Giuseppe Graziani, presidente del Centro Commerciale Naturale Dante e Decumani – Speriamo che le nuove bancarelle siano ultimate e approvate presto da Comune, Università e Soprintendenza». Buone novelle, dunque, per i librai di Port’Alba, che hanno già ipotizzato qualche bozza di scaffale e sperano, «anche con una Fiera del Libro, di combattere la crisi nera, il calo lettori e la competizione dei siti internet». Chissà se sarà dato l’ok agli scaffali fissi, così da scongiurare la nuova triste usanza della via delle lettere: da quando i librai, multati, sono stati costretti a eliminare i banchi fissi, si è ufficialmente aperto il Port’Alba Parking. Gli abusivi di sera si impossessano della strada per lucrare sulle auto dei giovani che animano la movida del centro. Decine di macchine dove prima c’erano i libri. Un po’ di videosorveglianza o un dissuasore elettrico basterebbero a sedare il fenomeno. Anche il mare reclama le lettere, come conferma l’assessore comunale alla Cultura Nino Daniele: «Da fine novembre – inizio dicembre, ogni mese faremo la Fiera dell’editoria campana sul lungomare. Sono già molti gli editori che hanno aderito all’iniziativa. Inoltre, l’obiettivo su cui stiamo lavorando già per fine novembre è l’organizzazione a cadenza mensile della Notte del Libro, come successo a luglio. Sarà un format originale ed è in programma un evento per il rilancio di Port’Alba». La Partenope Promessa, appunto, quella che dalle pagine dei libri prova ad affacciarsi nelle strade. (Gennaro Di Biase – Il Mattino)