Fotografie da non perdere, Alex Zanardi abbatte il muro delle dieci ore all’Iron Man

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    È la gara delle gare. L’Ironman World Championship è il Triathlon più duro al mondo: si nuota per 3.86 chilometri, si pedala per 180.2, si corre la maratona con i tradizionali 42,195 chilometri.

    wired.it – Tutti quelli completano le tre frazioni entro il tempo massimo di 17 ore diventano Ironman. You are an Ironman è la frase che ti accoglie sul traguardo, alla fine della gara di endurance più dura al mondo che ogni autunno si corre qui, a Kailua-Kona. Alle Hawaii vince il tedesco Sebastian Kienle (8.14:18 ore), 30 anni e la febbre prima di cominciare, davanti all’americano Ben Hoffman (8.19:23) e a un altro tedesco: Jan Frodeno (8.20:32). Fra le donne s’impone l’australiana Mirinda Carfrae (9.0:55), ma alla partenza alle 6.25 del mattino sono oltre 2.200 gli atleti schierati. Con loro i nostri Alessandro Zanardi, l’astronauta Luca Parmitano, e l’unico professionista tricolore in gara: Daniel Fontana. Affascinante e durissima la sfida di Zanardi. Corre fra i normodotati nella categoria dei coevi (45-49 anni), alterna il nuoto alla corsa ciclistica e alla maratona che corre, rispettivamente, con la sua handbike iridata e la carrozzina olimpica (2 ori e 1 argento) spendendo oltre 6000 calorie. Per lui l’Ironman World Championship è una ‘distrazione’ dal suo prossimo e imminente impegno di pilota. Sulla fidata Bmw Z4, correrà il prossimo weekend a Zoelder, Austria (17-18 ottobre), la penultima tappa del campionato granturismo Blancpain GT Series. Ma questa è un’altra storia.

    Qui a Kona taglia il traguardo in 9.47:14 dopo aver promesso alla vigilia di stare un secondo sotto le dieci ore, pur trattenendo l’obiettivo segreto di abbattere il muro delle 9 ore. È il vento a frenarne – letteralmente – la corsa, il tipico vento che sull’Isola Grande cambia direzione continuamente e che se ti si mette contro o di traverso diventa una zavorra addirittura peggiore della fatica. Alessandro arriva in fondo con un tempo di tutto rispetto. Su 2.187 partenti si classifica 273esimo assoluto e può fregiarsi di essere un ‘finisher’. Un super atleta capace di completare questa competizione, battendo l’Oceano Pacifico, nuotando alle prime luci dell’alba in un mare spesso mosso. Proseguendo senza sosta man mano che il sole accende il giorno e rende rovente l’asfalto, tornando sulla terra ferma per sfidare quel vento tagliente e una temperatura media e costante che supera i 30 gradi, con il 90% di umidità. È una prova durissima per il fisico e per la mente: uno sforzo da ironman, appunto.

    La storia dell’Ironman comincia a Honolulu nel 1977, quando un gruppo di amici scommette su quale delle tre gare di endurance dell’arcipelago sia la più faticosa. Si attribuisce al comandante della marina Usa John Collins il suggerimento di combinare le tre prove – Waikiki rough water swim, bike race around Oahu e Honolulu Marathon – dando vita alla gara che nel 1978  battezza i primi 14 ironman. Uno di loro acquista la bicicletta il giorno prima della gara, un altro sceglie McDonald’s per la pausa ristoro fra una frazione e l’altra. Erano altri tempi quando il marinaio Gordon Haller vince in 11.46:58 ore. Era nato l’Ironman delle Hawaii, la gara più dura di tutte.

    @paolocozzi

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    Alex Zanardi, senza gambe, partecipa, abbattendo in muro delle dieci ore, all'Iron Man, la competizione sportiva più dura al Mondo (nuoto, bici e corsa). Un vero eroe da ammirare, lodare, glorificare. Bravo, Alex… Hai dato forza a tutti…

     

     

     

     

     

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