Capri. Un’altra estate senza via Krupp, attesa per le opere di bonifica. L’ira dei turisti: «Assurdo»

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Capri. A sei anni dalla riapertura, è questa la prima estate che via Krupp è stata sbarrata. Un pesante cancello di ferro e la visione straordinaria del panorama mozzafiato tra cielo e mare è stata negata ai vacanzieri. A decretare la chiusura della strada a tempo indeterminato è stata un’ordinanza dell’ex sindaco Ciro Lembo: a maggio, dopo aver ricevuto la relazione dei tecnici comunali che lo informavano della caduta di massi di piccole dimensioni, firmò il provvedimento e da allora il cancello è rimasto sbarrato. Decine e decine di turisti sono rimasti fermi davanti al cancello, delusi, arrabbiati, incuriositi. Raffiche di domande alle guide, richieste ai tour operator, insistenze per visite speciali. Nulla da fare, però. Il nuovo sindaco Gianni de Martino ha fatto apporre un cartello tradotto in varie lingue, compreso il cinese, per spiegare ai turisti che la natura geologica dell’isola ha compromesso la possibilità di attraversare la strada in sicurezza, e che tecnici e amministrazione stanno lavorando per evitare il minimo rischio ai visitatori. La chiusura però, che si è protratta per l’intera estate, ha creato un coro di lamentele. Più di tutti a far sentire la sua voce è stata Fiona Swarovski, la regina dei cristalli, una delle più assidue frequentatrici dell’isola, con villa a Marina Piccola, che ogni giorno saliva lungo quei tornanti in compagnia dei più piccoli di casa Grasser e i suoi due cani, Kyra e Simba, un pastore tedesco e un bellissimo pastore svizzero dal manto bianco. Fiona è stata tra i primi vacanzieri a far sentire la sua protesta, mobilitandosi per una petizione da inviare al sindaco con l’obiettivo di accelerare le procedure e gli interventi per far sì che l’isola non rimanesse priva a lungo di una delle sue meraviglie. In campo l’ex parlamentare Pdl Diana De Feo, che è stata componente della commissione beni culturali del Senato. De Feo non si spiega perché non partano subito quegli interventi di manutenzione necessari per consentire il passaggio lungo quel chilometro e mezzo di tornanti che, dice Diana De Feo, «sono rimasti chiusi per oltre 30 anni e per la cui riapertura sono state spese cifre ingenti. È esagerato: nel nostro paese basta che cada una pietra e si chiudono le strade. Via Krupp dovrebbe diventare patrimonio dell’umanità Unesco e tutelata così come i nostri altri tesori preda del degrado: Pompei, le sale del Museo Archeologico, da poco chiuse, e quasi l’annullamento di tutti i tesori che abbiamo lungo l’area flegrea. Il problema di via Krupp deve essere risolto in tempi brevi e la sua tutela dovrebbe essere portata all’attenzione delle istituzioni nazionali». Polemiche e proposte arrivano anche dal giornalista e advisor della Fondazione Amalfi, Sasà Toriello: «Bisogna chiedersi perché ad ogni colpo di vento bisogna chiudere via Krupp; i motivi saranno seri ma è un problema che deve essere risolto, il Comune deve muoversi sia a livello regionale che nazionale, ma soprattutto andare alla ricerca di un grande sponsor che possa aiutarlo non solo a riaprire la strada, ma a farla diventare anche teatro di eventi culturali». Il sindaco Gianni de Martino spiega che la strada è stata chiusa in virtù di un’ordinanza sindacale a maggio e «l’amministrazione appena insediata ha dato incarico ad una ditta specializzata per effettuare un monitoraggio del costone sottostante il belvedere dei Giardini di Augusto, zona che non è in sicurezza, e l’impresa ha eseguito anche visite periodiche confermando che la situazione permane, per cui – spiega il sindaco – non è stato possibile consentire la riapertura della strada». «Recentemente – conclude De Martino – è stata avviata una corrispondenza con il Consiglio dei Ministri per inserire i lavori nell’ambito del progetto Sblocca Italia, per il quale il Comune ha chiesto una deroga al patto di stabilità per liberare i fondi comunali e destinare una parte a un’ulteriore risanamento per via Krupp e consentire la riapertura della strada in totale sicurezza». (Anna Maria Boniello – Il Mattino)

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