Juve Stabia perseguitata dalla sfortuna. La squadra sempre bloccata all’ultimo posto: il tecnico è preoccupato

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La splendida punizione all’incrocio dei pali firmata da Cristian Pasquato rappresenta l’ennesima delusione di una stagione che per la Juve Stabia ha ormai assunto i toni di un autentico calvario. Il pareggio interno per 1-1 contro il Padova è l’istantanea perfetta della stagione: pur non demeritando, i gialloblù riescono puntualmente a farsi beffare dall’avversario di turno. «Abbiamo retto il confronto per 75 minuti non concedendo nulla ai biancorossi – spiega Piero Braglia – solo nel finale siamo calati pagando lo scotto dei tanti infortuni e della scarsa lucidità derivante dai due impegni ravvicinati. La sostituzione forzata di Suciu ha in particolare rovinato i nostri piani consentendo al Padova di crearci enormi sofferenze soprattutto a centrocampo, è senza dubbio questo l’episodio che ha cambiato il verso della gara». Un match che la Juve Stabia avrebbe sia potuto vincere che perdere. «Peccato non aver capitalizzato le occasioni create – ammette il tecnico toscano – il rimpianto più grande è legato alla parata di Mazzoni su Doukara sull’1-0, bisogna essere più cinici dinanzi al portiere. Nell’ultimo quarto d’ora poi i veneti sono venuti su mettendoci in difficoltà soprattutto con dei cross tesi dal fondo, per nostra fortuna Diakite ha sprecato una palla pazzesca proprio su un traversone di Improta». Al di là dell’amarezza per il risultato il turno infrasettimanale è stato accompagnato da una preoccupante serie di infortuni. «A volte mi chiedo come sia possibile dover fare i conti con un’infermeria tanto colma – sottolinea sconsolato Braglia – trovare una risposta a tale problema mi risulta tuttavia impossibile perché non so come abbia lavorato sotto il profilo atletico chi mi ha sostituito o quanto possa essere lo stato del sintetico a poter incidere sulla tenuta dei ragazzi. L’unica cosa certa è il ritrovarmi con un centrocampo in piena emergenza in vista di Empoli».Confronto, quello del Castellani, storicamente avverso ad una Juve Stabia che un anno fa fu demolita con un perentorio 5-0. «È nostro dovere onorare tutte le partite – taglia corto il tecnico stabiese – ci tocca farlo per la nostra dignità e per i tanti che nonostante tutto continuano ad amarci. Vedremo chi riusciremo a recuperare senza dimenticare che alcuni degli arruolabili non sono ancora in condizione, poi sarà il campo a decretare il vincitore». (Gioacchino Di Maio – Il Mattino)

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