LIVORNO -NAPOLI 1-1 DOMENICA DA DIMENTICARE.DOBLAS IL PORTIERE DEL NAPOLI SARA’ IN PANCHINA CONTRO LA ROMA foto

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    Mattinata di pioggia, però grande lavoro fisico. E ora forza Napoli!», così ha twittato Toni Doblas, il portiere spagnolo ingaggiato giovedì dal Napoli dopo il grave infortunio subito da Rafael a Swansea nella partita d’andata dei sedicesimi di Europa League. Accompagnato da un collaboratore del club, Doblas si è messo alla ricerca di un appartamento a Napoli. «Non è facile», ha puntualizzato sempre su Twitter. Doblas, che ha firmato un contratto fino al 30 giugno, dovrebbe ottenere il nulla-osta nei prossimi giorni dalla Federcalcio spagnola e quindi da Napoli-Roma siederà in panchina con l’altro portiere Colombo.

    Brutto Napoli. Ancora una giornata nera della squadra di Benitez contro una piccola: solo un pari a Livorno. Persa l'occasione di poter avvicinare la Roma al secondo posto alla vigilia dello scontro diretto: il campionato riserva un'altra delusione, dopo il pari al San Paolo contro il Genoa e i tanti punti persi contro le formazioni di bassa classifica. Squadra piatta, spenta, poco pericolosa, incapace di effettuare i cambi di ritmo e di far valere la qualità tecnica nettamente superiore rispetto a quella del Livorno. L'assenza di Higuain si avverte in maniera pesantissima, l'attaccante argentino è il vero top player del Napoli: non solo il bomber ma anche il trascinatore. Già perchè senza di lui, tutti gli altri si perdono e ancora una volta Hamsik conferma di essere lontano dalla condizione migliore e di non brillare con questo tipo di gioco. L'unico sempre vivo, il migliore in campo Mertens, autore del gol del vantaggio su calcio di rigore, sotto tono tutti gli altri attaccanti. Poca veemenza, un possesso palla sterile e poi le solite disattenzioni difensive, clamorosa quella del gol del pari del Livorno, la quinta rimonta subita dagli azzurri. Primo tempo senza grandi sussulti. Il Napoli gestisce un possesso palla prolungato con Inler e Jorginho riferimento a centrocampo, ma non riesce ad accendersi negli ultimi venti metri. Il Livorno se ne sta rintanato dietro lasciando avanti il solo Paulinho e affidandosi alla ripartenze. Poche emozioni nella prima frazione e ritmo che si mantiene piuttosto basso: il pressing non è asfissiante nè da una parte, nè dall'altra e c'è tempo di ragionare nell'impostazione. Il Napoli torna in maglia azzurra al «Picchi», Rafa sostituisce gli squalificati Albiol e Higuain con Britos difensore centrale al fianco di Fernandez e Pandev prima punta. La partita la fa il Napoli che, però, non riesce a fare breccia nella difesa amaranto. Il primo brivido a Bardi lo fa correre Mbaye che per anticipare Hamsik colpisce la parte alta della traversa (11'). Poi una ventina di minuti piuttosto sterili, vivacizzati da qualche guizzo di Mertens e Callejon e da qualche idea di Hamsik. Il vantaggio azzurro arriva su rigore: spinta ingenua di Ceccherini su Pandev. Sul dischetto va Mertens che da vice rigorista scala posizioni su Pandev e Hamsik: il belga spiazza Bardi e segna il gol numero sei in campionato (31' pt). Vantaggio piuttosto comodo, il Napoli arriva all'1-0 senza neanche spingere troppo sull'acceleratore. Eppure, come al solito, pure nelle situazioni di assoluto controllo del match, gli azzurri si addormentano in fase difensiva e regalano il gol del pari al Livorno. Mesbah trova ampia libertà sulla sinistra, scatta sul filo del fuorigioco e mette in mezzo: Mbaye arriva per primo sul cross basso, Reina non trattiene, Britos lo travolge e il pallone in maniera beffarda scivola in porta: autogol del portiere spagnolo (39' st), quarta autorete stagionale del Napoli. Cambia poco nel secondo tempo, il Napoli incide poco, solo due tentativi con Hamsik e Mertens e rischia addirittura qualche cosa in più nelle ripartenze del Livorno. Rafa mette Insigne e Zapata, l'ultima palla gol sul piede del colombiano: errore da due metri. Serata da cancellare. Il Napoli brillante e vincente delle coppe ancora una volta stenta in campionato. E la Champions diretta resta lontana.

     

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    A parlare di  Livorno -Napoli  è Cristiano Lucarelli .Oggi mi piacerebbe tanto che la partita finisse in pareggio,perche' sono un livornese al 100%.Poi come dimenticare i due annni passati all'ombra del vesuvio.Napoli è un pezzo del mio cuore e i due anni stupendi che ho vissuto nella citta' partenopea valgono come venti in qualsiasi altro posto.  Cristiano Lucarelli, ora tecnico del Viareggio in Lega Pro, qui è come il cacciucco, le triglie e i film di Virzì. Una istituzione. Calcisticamente parlando, a Livorno, soltanto Armando Picchi, libero della grande Inter di Herrera (a cui è dedicato lo stadio) è più leggendario di lui e di Igor Protti, suo ex gemello del gol.

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    Miki De Lucia per Positanonews

    Lucarelli, il Napoli è molto più che favorito oggi? «Mica ne sono convinto. Vedo un atteggiamento strano: ho visto Higuain e Albiol andare quasi alla ricerca del giallo contro il Genoa… Non vorrei che nella testa gli azzurri stiano sottovalutando il mio Livorno, come se oggi fosse una passeggita». Sarebbe un errore. «Significa che il Napoli non ha ancora imparato dai propri errori, dalle proprie ingenuità. Se è terzo e non primo è proprio perché fa fatica contro le squadre come il Livorno».

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    Di Carlo si affida a Paulinho? «Ha segnato 4 reti nelle ultime 5 gare, mi sembra che stia in forma. Arrivoò qui per la prima volta nel 2004: trovò me davanti che quell’anno feci il capocannoniere. Un po’ sfortunato, ma adesso è fondamentale per la salvezza».

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    Ora lei fa l’allenatore: cosa le piace di Benitez? «Ho conosciuto Rafa a ottobre: andammo a Castelvoltuno per una lezione durante il corso da tecnico a Coverciano. Mi ha colpito la sua concretezza, la sua essenzialità nello spiegare cose apparentemente complicate». Però il suo maestro è un altro. «Sì. È Mazzarri. Mi chiedeva di curare, a fine seduta di allenamento, i calci piazzati di Cavani e Lavezzi e i loro movimenti in area. Fino a quel momento, per me, il calcio era prendere la palla, girarsi e spararla in porta. Possibilmente facendo gol».

    Cosa ruba a Mazzarri, allora? «Sono maniaco e pignolo come lui. E come mi sembra lo sia anche Benitez». Oggi non c’è Higuain. «Fortissimo. Ma c’è Mertens che è un folletto che a me piace molto. E magari c’è Lorenzo Insigne: io da allenatore uno come lui lo fare giocare sempre. Mai vista una simile dedizione al sacrificio, mai visto uno come lui sempre pronto a dare una mano in difesa. Poi ovvio che possa venire meno un po’ di lucidità in attacco».

    Meglio il Napoli o la Roma per il secondo posto? «Come organico il Napoli mi sembra più forte, nonostante qualche pasticcio di troppo in difesa. Ma Benitez ha ragione: se devi pensare solo alla gara della domenica hai sicuramente un vantaggio. E non piccolo».

    Però, le notti europee sono imperdibili? «Benitez l’ha vinta lo scorso anno l’Europa League, sa bene che se la vince pure quest’anno col Napoli firma un’impresa storica. E a lui le cose così piacciono da morire».

                                      Oggi un dato importante per Lorenzo Insigne

    Un dato importante per Lorenzo Insigne oggi ritorna al Piccchi dove ha esordito in serie A e con lo stesso arbitro: anche Livorno-Napoli 0-2 del 24 gennaio 2010 è stata diretta da Mazzoleni di Bergamo. Finora sono 62 le sue presenze in serie A per Lorenzo, lanciato da Mazzarri in A.

                                    Dirige Livorno Napoli l'arbitro Mazzoleni

    Ogni volta che arbitra Mazzoleni nella mia mente riappaiono le immagini di quegli errori  durante la Supercoppa Italiana vinta dalla Juve per per 4-2.Mazzoleni in quella occassione mando' prima del previsto negli spogliatoi Zuniga e Pandev.Mazzoleni ha arbitrato tredici volte gli azzurri: 10 in campionato, 1 in Coppa Italia e 1 nella Supercoppa Italiana.

    È l'internazionale Paolo Silvio Mazzoleni di Bergamo a dirigere Livorno-Napoli. Con lui gli assistenti arbitrali Di Fiore e Dobosz, quarto uomo è Tonolini mentre gli arbitri d'area sono Doveri e Di Bello. Mazzoleni, 39 anni, sposato, fa l’antiquario. È alla sua decima stagione alla Can A. Quest'anno vanta 12 presenze (tra cui Torino-Juve e Inter-Milan), in totale sono 113 i gettoni in A. Fischia in media 28 falli a gara. Utilizza il cartellino giallo circa 5 volte a partita. Finora in campionato ha concesso quattro rigori (tre nelle ultime quattro gare) e decretato quattro espulsioni. Internazionale dal 2011, recentemente è stato promosso nella “First category” degli arbitri Uefa dirigendo nella fase a girone di Europa League, dove, finora ha collezionato due presenze. Quest'anno ha diretto Napoli-Parma (0-1).

                                                                   Auguri a Benitez oggi 800 panchine per lui  

     

    Oggi  contro il Livorno il tecnico spagnolo Rafa Benitez festeggia ottocento panchine di gioia, passione e trofei vinti.Un’esperienza cominciata 24 anni fa che, dopo la svolta del 2000, gli ha portato in bacheca 10 risultati di enorme prestigio. Una rincorsa vincente che continua perché mentre lo scudetto è ormai questione di altri, il brillante allenatore madrileno è ancora in corsa con il suo Napoli sia per la Coppa Italia che per l’Europa League, già conquistata in due occasioni. Due volte premiato come miglior allenatore Uefa (nel 2003-04 e 2004-05) il Rafaé napoletano centrerà domani alle 18,30 a Livorno l’obiettivo di 800 volte alla guida di una squadra. Complessivamente 564 nei campionati inglese, spagnolo e italiano (40 in tutto le guide in serie A), con una notevole esperienza in campo internazionale, visto che per 153 volte ha condotto una squadra nelle coppe europee e non, e 82 volte in panchina nelle coppe di lega. Una carriera cominciata nel momento in cui finiva quella da calciatore, compromessa fin dal 1979 per un infortunio alle Universiadi in Messico, vissuta con alterne fortune fino al decisivo 1999, quando, lasciata la panchina dell’Extremadura (con una promozione in Liga seguita da una retrocessione), Benitez sceglie di lasciare i campi di calcio per studiare. Approfondire a livello teorico tecniche e tattiche degli allenatori e osservare le grandi, a cominciare da Manchester United e Arsenal. E dal 2001 tanto studio porta i frutti sperati con vittorie a ripetizione. A guardare la carriera dello spagnolo si resta stupiti nel paragone con i suoi mesi in azzurro: con il Valencia prima e con il Liverpool poi Rafael ha collezionato record per la difesa. È da non credere, conoscendo le disavventure di Albiol, Fernandez e compagni, ma Benitez detiene il record per reti inviolate fuori casa nella Liga per due volte, e con il Liverpool addirittura vanta 762 minuti senza concedere un gol in campionato, consentendo solo 8 gol in campionato in casa nel 2005, dato migliorato l’anno seguente (solo 7 reti per gli avversari). Sono i portieri ad esaltarsi, con Rafa in panca. Tanto che Cañizares del Valencia ha vinto due Zamoras (premio quale miglior portiere della Liga), mentre Reina con i panni dei Reds si è divertito: nel primo anno porta inviolata 28 volte su 50, l’anno successivo per 50 volte in 92 presenze, e nel 2008-2009 non subì gol per 100 delle sue 197 partite. Il passato, per l’allenatore di Madrid, non si dimentica. E così ieri mattina Rafael ha messo la sua firma sulle magliette messe in palio per il sorteggio organizzato dall'Ad Parla, una squadra in cui ha militato nel lontano 1981 che versa in difficili condizioni economiche. Per i tifosi locali in premio c’è anche la possibilità di assistere ad una partita al San Paolo. Forse un segno del legame che Benitez stabilisce con le sue squadre. Che porta a vincere sempre in exploit inaspettati. Due scudetti nei due primi anni con il Valencia, accompagnati da una coppa Uefa, una Champions appena arrivato al Liverpool, seguita da una Supercoppa europea e una finale persa in Champions, con palmares arricchito da Community Shield e Coppa d'Inghilterra. Con l’Inter ancora Supercoppa italiana e Coppa del mondo per club, l’anno scorso con il Chelsea la conquista dell’Europa League. Dati, traguardi, record che fanno sognare i tifosi partenopei che seguono con una certa sofferenza le ultime perfomance di Benitez in panchina, contagiati, però, dalla capacità di sognare del tecnico spagnolo. Che sa sempre stupire e magari riuscirà a farlo anche nel suo primo, completo campionato italiano.

                                                                Livorno -Napoli le formazioni

    Henrique È in ballottaggio con Britos per il posto al fianco di Fernandez è stato titolare anche contro lo Swansea

    L’attacco Tanti dubbi in Toscana ma Benitez conferma la fiducia in Insigne e Mertens

    Livorno (3-5-2). Bardi, Coda, Emerson, Ceccherini, Mbaye, Greco, Duncan, Benassi, Mesbah, Paulinho, Emeghara.  A disp: Anania, Aldegani, Piccini, Castellini, Gemiti, Valentini, Biagianti, Rinaudo, Belfodil, Mosquera, Borja. All. Di Carlo

    Squalificati: – 
    Indisponibili: Siligardi, Piccini, Luci 
     

    Napoli (4-2-3-1): Reina, Maggio, Fernandez, Britos, ghoulam, Jorginho, Behrami, Callejon, Hamsik, Mertens, Pandev.  A disp. Colombo, Contini, Henrique, Reveillere, Inler, Dzemaili, Radosevic, Bariti, Insigne, Duvàn.  All. Benitez

    Squalificati: Albiol (1), Higuain (1)
    Indisponibili: Mesto, Zuniga, Rafael

    LE ULTIME
    Qui Livorno: Siligardi continua a lavorare a parte per recuperare dall'infortunio alla caviglia. L'attacco sarà formato dalla coppia Emeghara-Paulinho, con Belfodil pronto a subentrare.

    Qui Napoli: Pandev terminale d'attacco vista la squalifica di Higuain. Hamsik torna dall'inizio.

    fonte:ilmattino

     

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