Pompei. Sarno, riprendono le ricerche di Nunzia Cascone

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Pompei. Sono riprese ieri mattina, su ordine della Prefettura di Napoli, le ricerche del corpo di Nunzia Cascone, la donna 51enne dispersa nel fiume Sarno dal 21 novembre dello scorso anno, quando finì nelle acque con la figlia ventenne, Anna Ruggirello, entrambe di Pompei. Le due donne erano a bordo di una Fiat Panda che venne catapultata nel fiume in un tamponamento sulla via Ripuaria, a un incrocio tra le campagne pompeiane e una strada verso il centro della città. Il corpo senza vita della ragazza fu trovato ancora all’interno dell’auto estratta dalle acque quattro giorni dopo l’incidente. Della madre, invece, non fu possibile ritrovare il corpo. Intanto le indagini condotte dai carabinieri di Pompei sul finanziere che era alla guida della Grande Punto che sbalzò la Panda nel Sarno non si sono ancora concluse e le nuove ricerche disposte dalla prefettura potranno aggiungere nuovi elementi all’inchiesta. Le ricerche, riprese ieri su disposizione della prefettura, sono condotte dalle squadre di ricercatori della Capitaneria di Porto di Napoli e dei Vigili del Fuoco di Napoli che cercheranno di recuperare il corpo di Nunzia approfittando delle condizioni meteorologiche favorevoli degli ultimi giorni, che hanno contribuito a far abbassare le acque del Sarno. Il maltempo che fino a una settimana fa ha imperversato sulla Campania ha reso praticamente impossibile la ripresa delle ricerche del corpo di Nunzia Cascone. La 51enne di Messigno lo scorso 21 novembre era alla guida della Panda precipitata nel fiume Sarno dopo un tamponamento avvenuto alla rotatoria tra via Ripuaria e via Casone. Nella Panda estratta faticosamente il 25 novembre dal fondale del corso d’acqua, c’era solo il corpo della figlia, Anna Ruggirello, di 20 anni, che viaggiava con lei quella mattina. Per porre fine allo strazio della famiglia e di un’intera comunità cittadina manca ancora il ritrovamento del corpo di Nunzia. Qualche giorno dopo l’incidente sarebbe stato trovato un giubbino nel fiume, compatibile con quello che la donna indossava il giorno della scomparsa. Il ritrovamento sarebbe avvenuto nei pressi della foce del Sarno, vicino a Rovigliano. Ciò fece supporre che la salma potesse essere finita in mare, trascinata dalle forti correnti fluviali di quei giorni. Per questo le squadre di ricerca che si misero al lavoro hanno subito spostato il baricentro delle ricerche verso la foce del Sarno e verso il mare. Non fu esclusa la ricerca in nessun tratto del Golfo di Napoli, anche se l’attenzione dei soccorritori si concentrò in modo particolare tra Torre del Greco e Castellammare di Stabia. Ma il maltempo di quei giorni mise a dura prova l’esito delle ricerche, tanto da costringere i ricercatori alla sospensione di ogni attività. Ora con le prime giornate di tregua del cattivo tempo, la Prefettura e i ricercatori tenteranno di aggiungere l’ultimo tassello mancante a questa pagina buia per la comunità pompeiana, che mai aveva vissuto il dramma di un incidente così terribile. Le ricerche riprenderanno a partire dal tratto del Sarno dove si inabissò la Fiat Panda per proseguire verso la foce fino a spingersi al mare aperto. Le correnti del fiume Sarno, infatti, unite a quelle marine prese in esame dagli uomini della Capitaneria di Porto e dai Vigili del Fuoco che stanno conducendo le ricerche in mare della salma della 51enne di Pompei finita nel fiume a novembre scorso con la sua Panda, potrebbero infatti aver trascinato il corpo molto al largo del litorale, fino al mare aperto. Ipotesi che nella loro tragicità restano comunque possibili soluzioni alla vicenda: ipotesi seguite dai ricercatori che cercheranno di restituire il corpo di Nunzia alla sua famiglia. (Marco Pirollo – Metropolis)

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