Effetto Gregucci, la Salernitana riaggancia i playoff

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Salerno. Fa tutto la Salernitana. Autorete compresa. I granata battono di misura l’Ascoli all’Arechi, ritrovano i propri tifosi, riacciuffano i play-off e guadagnano pure un punto sul quinto posto occupato dal Pisa (distante cinque lunghezze). All’Arechi accade tutto nel secondo tempo. Davanti agli occhi del co-patron Marco Mezzaroma (presente in tribuna) decidono Mendicino, Gustavo e… Pestrin che però sceglie la porta sbagliata. La cura Gregucci funziona, verrebbe da dire. A fatica, ma comunque sta dando i suoi frutti. La squadra ieri pomeriggio ha inanellato il quarto risultato utile di fila da quando il tecnico è salito sulla tolda della nave: due vittorie casalinghe ed un pareggio esterno in campionato, intervallate dal successo con il Grosseto in coppa Italia di Lega Pro sempre all’Arechi. Finora Gregucci è imbattuto ed ha avuto anche la forza di attuare una serie di scelte coraggiose. Il tecnico conferma lo spartito, ma opera un autentico valzer di pedine. Novità in ogni reparto del campo. Con Piva al posto di Pasqualini in difesa e Volpe che prende il posto di Montervino in mediana. Una mezza rivoluzione anche nel centrocampo di fantasia disegnato da tecnico in cui soltanto Foggia è il superstite: Ampuero e Mounard, infatti, rilevano Mancini (spedito addirittura in tribuna) e Gustavo. Mendicino resta l’unica punta. In tutti i sensi. La squadra scende sul malconcio prato dell’Arechi accolta dall’abbraccio di oltre settemila spettatori e prova a scardinare il bunker difensivo disegnato da Giordano (l’allenatore era in tribuna perché squalificato). Si intravede qualcosa di buono, ma spiccano anche i tanti affanni di una formazione che continua a soffrire in difesa, nonostante l’attacco sterile dei marchigiani, va in sofferenza sulle palle inattive e non riesce ad esprimere gioco sugli esterni come vorrebbe il suo nocchiero. Il movimento senza palla è buono, ma la circolazione della sfera latita. Così come la spinta sugli esterni. Se a questo si aggiunge la giornata storta di Ampuero, complice anche un impiego (da sottopunta per dirla alla Gregucci) che non esalta certo le sue caratteristiche, il quadro è completo. La Salernitana vive di fiammate: un paio di Mendicino che si danna l’anima, ma trova prima Russo che per negargli la gioia del gol è costretto a dare forfait dopo poco e poi del secondo portiere Pazzagli che d’istinto gli strozza in gola l’urlo proprio sotto la sud. Nella ripresa, Gregucci capisce che è necessario cambiare. Fuori uno spento Ampuero e dentro Fofana: la squadra adesso gioca con due terminali offensivi, cerca e trova maggiormente la profondità, agendo per vie centrali. Il risultato si sblocca dopo poco. Mendicino scambia con Foggia al limite dell’area, approfitta di un mezzo rimpallo e trafigge Pazzagli (5’) con un piatto sinistro. Il tecnico attinge nuovamente dalla panchina: dentro Gustavo al posto di Mounard. Il brasiliano lo ripaga con un colpo di testa vincente (29’) su uno splendido traversone di Foggia. Partita finita? Per niente. La Salernitana si fa male da sola (33’), consentendo agli ospiti di accorciare le distanze grazie ad un’autorete di Pestrin. Il mediano spizza di testa una punizione di Colomba, che fa secco Gori sul palo più lontano. Prima della fine l’Ascoli resta in dieci per l’espulsione di Di Gennaro, ma i granata non ne approfittano anche perché Fofana rimedia una brutta botta al ginocchio e resta in campo solo per dovere di firma. (Eugenio Marotta – Il Mattino)

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