Cava don Gigino a processo per il Gesù bambino “Ma i miracoli ci sono” intervista esclusiva a Positanonews VIDEO

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    Video di Positanonews TV sotto e nel nostro canale You Tube. Abuso della credulità popolare. È questa l’ipotesi di reato per la quale frà Gigino Petrone, il 3 marzo del prossimo anno, dovrà comparire in giudizio dinanzi al giudice monocratico Passaro del tribunale di Salerno. La citazione in giudizio per il rettore del santuario di Sant’Antonio e San Francesco a Cava de' Tirreni non scompone don Gigino, intervistato da Positanonews, il quotidiano online della Costiera amalfitana e Penisola Sorrentina e delle coste della Campania, "Una coppia aveva un figlio morto.." Don Gigino non usa la parola miracolo ma difende la genuinità della cosa "Il sangue non è dei tipi di qua, è di origine palestinese.." e precisa "Il nostro santuario era già completo, non avevamo bisogno di soldi da questo punto di vista..", difende la cosa , senza andare oltre, in attesa del giudizio, e intanto organizza mille eventi, il prossimo San Valentino come si può vedere nel canale you tube di Positanonews TV. 
    Le lacrime di sangue riscontrate sul volto del Bambiniello, secondo le ipotesi del sostituto procuratore Roberto Penna, come scrive oggi Il Mattino di Napoli di Petronilla Carillo benché non ci siano dubbi che si tratti di sangue umano, non avrebbero seguito il normale percorso legato alla forza gravitazionale. Ovvero: non sarebbero uscite dagli occhi per scorrere verso il basso. Anzi, avrebbero preso direzioni strane e, il docente cattolico di Fisica, scelto come consulente della procura, avrebbe riscontrato anche alcuni schizzi verso l’alto. Forse, ma questo nell’atto citazione in giudizio non è precisato, come se il sangue fosse stato spruzzato da una siringa senza ago. 
    La storia del «miracolo» che ha portato alla ribalta il santuario cavese, continua. Il Bambiniello, ovvero la statua di Gesù Bambino seduto su un trono, intanto resta nella mani del frate, dopo il dissequestro disposto dal Riesame tre mesi dopo il provvedimento del pm Penna. Una statua che, stando alla ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri e fatta propria dalla procura, sarebbe stata sempre sotto il rigido controllo di frà Gigino, dall’atto dell’acquisto a Gerusalemme fino alla notte tra il 22 e il 23 ottobre del 2010 quando, proprio la notte che frate e statua sono rientrati a Cava de’ Tirreni dalla Terra Santa, sarebbe avvenuto il miracolo. 
    La statua, subito dopo il sequestro probatorio fu consegnata ai carabinieri del Ris e sottoposta, su richiesta del pm, ad una radiografia per verificare se, all’interno, vi fossero tubicini o meccanismi per pompare il sangue. Ma la statua risultò «pulita». Di qui uno studio fisico per approfondire le modalità di fuoriuscita del sangue. 
    A sua difesa frà Gigino ha sempre sostenuto che il sangue in questione era del gruppo AB, quello che solitamente compare in caso di miracolo. Cosa questa che lo stesso rettore Petrone scrisse in una lettera aperta sostenendo che erano state proprio le analisi eseguite sul sangue a rappresentare la prova dell’evento miracoloso. Per gli inquirenti, invece, quel sangue non aveva nulla di soprannaturale: secondo la tesi della procura, i miracoli ripristinano ciò che è e questo sarebbe incompatibile con la direzione delle lacrime e i segni lasciati sulla statua. 
    Bisogna ora vedere cosa dirà al giudice frà Gigino che non ha mai chiesto di essere sentito durante la fase investigativa. 
    Intanto le contestazioni mosse all’indagato sono tre e riguardano l’esposizione per tre volte della statua, anche ad indagini in corso, dopo il dissequestro. A corredo delle proprie tesi la procura di Salerno ha portato anche un servizio televisivo della Rai nel quale venivano intervistate diverse persone che a quel miracolo credevano e a quella statua chiedevano una grazia. 

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