MERCATO SAN SEVERINO COMPENSI ILLEGITTIMI AI DIPENDENTI, ACCUSE A ROMANO

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Un milione e duecentomila euro di compensi sarebbero stati ero­gati illegittimamente dal Comune di Mercato San Se­verino. Lo sostengono, carte alla mano, i consiglieri comunali di minoranza Fabio Iannone, Enzo Farace e Carmine Ansalone. «Il dipartimento della Ragione­ria dello Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze – dicono – in una verifica effettuata dal di­cembre 2003 al gennaio 2004, relativa al periodo 1999-2003, ha rilevato che, compensi erogati dal co­mune di Mercato San Severino ad alcuni dipendenti comunali, non risultano legittimi, richiedendone il recupero. Lo stesso dipartimento, in data 16 giugno 2009 ha indicato conclusa la trattativa rimettendo le valutazioni alla Procura regionale della Corte dei Conti, sia per le questioni a suo tempo segnalate che per eventuali azioni di responsabilità per i possi­bili ulteriori danni derivanti dalla mancata e tempe­stiva regolarizzazione della questione». Questo im­plica, a detta dei consiglieri, che non c’è stato il recu­pero richiesto tant’è che hanno inoltrato un’interro­gazione nella quale hanno chiesto al sindaco di co­noscere in maniera approfondita sia l’elenco dei no­minativi che le eventuali iniziative, se intraprese, per il recupero economico. «Per due posizioni, quella del segretario generale e del ragioniere – spiega il primo cittadino Giovanni Romano – abbiamo verificato che i rilievi erano coe­renti ed abbiamo recuperato tutte le somme consi­derate erogate non in conformità con la normativa. Per le altre posizioni, invece, riteniamo che non ci sia danno, poiché stiamo parlando degli straordina­ri, un lavoro effettivamente realizzato dai dipenden­ti in questione. Con un carteggio molto fitto, abbia­mo sostenuto questa tesi, prima con la Ragioneria, poi con la Corte dei Conti e siamo sereni in attesa delle valutazioni». Altra questione sotto la lente d’in­grandimento dei consiglieri Ansalone, Farace e Ian­none, la crisi della Gesema, la società mista, ormai acquisita interamente dal Comune. «Dal ’98 ad oggi – dicono – la società ha oltre 14 milioni di euro di passività. Solo ad enti previdenziali, tra contributi non pagati e fondi pensione, si raggiungono i cin­que milioni di euro di debito». Anche su questo pun­to Romano spiega che «come tutte le società di enti o ad essi collegate e anche gli stessi enti, in un perio­do in cui l’intero sistema della finanza pubblica è in crisi, anche la Gesema ha dei problemi. Ma – tiene a sottolineare – non si tratta di una crisi patrimoniale, poiché avanza somme ingenti da recuperare e strut­turalmente non è deficitaria». Paola Florio

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