Nei boschi di Monte Faito tornano le lepri

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UMBERTO CELENTANO Vico Equense. Lepri nate in cattività a Santa Maria del Castello ripopolano i boschi di Monte Faito e dintorni. L’evento realizzato attraverso le iniziative per il miglioramento ambientale ai fini faunistici del territorio previsto da una specifica legge regionale. L’Ambito territoriale di caccia della Provincia di Napoli, organismo che sovrintende l’attività venatoria in sede provinciale, approvò nel 2008 un progetto di ricerca inteso a sviluppare l’attività di ricognizione delle risorse faunistiche del territorio provinciale. In tale ottica si è puntato ad individuare siti idonei al recupero e al miglioramento ambientale attraverso il coinvolgimento degli agricoltori in particolare quelli che operano nel settore agro-silvo-pastorale in alcuni comprensori della provincia di Napoli. Dopo la pubblicazione di un bando e la ricezione delle domande di adesione da parte di proprietari di aree agricole o dei loro conduttori, è partito il programma sperimentale di ricerca, per la riproduzione della selvaggina da ripopolamento. Agli agricoltori individuati sono state affidate due coppie di lepri adulte, con le attrezzature necessarie per attuare la sperimentazione. Ora a Santa Maria del Castello si sono avute le prime nascite e ciò potrebbe portare allo sviluppo di un allevamento più intenso con interessanti ricadute economiche. Basti pensare che nel caso delle lepri si è soliti importare per il ripopolamento esemplari prelevati in Ungheria e nazioni limitrofe con un costo procapite molto elevato. Invece, si è dimostrato ora che è possibile con passione ed impegno far nascere anche in cattività esemplari delle lepri prima importate, cosa che è avvenuto più volte ultimamente a cura di Antonio Cannavale, un operatore agricolo di Santa Maria del Castello. «È la conferma – spiega Sergio Sorrentino, presidente dell’Atc Napoli – della bontà delle decisioni assunte dal nostro comitato di gestione, indirizzate in modo prevalente verso programmi di miglioramento ambientale, supportati scientificamente, che sino al 2012 potranno contribuire positivamente al recupero di parte del territorio agricolo della provincia». Dagli esperti l’evento della nascita delle lepri in cattività è spiegato con l’ambiente favorevole dell’area agricola che li ospita: «Continueremo a sostenere anche economicamente, con specifici finanziamenti – continua Sergio Sorrentino – gli agricoltori che conducono i loro terreni in modo tradizionale, seguendo indirizzi di coltivazione biologica con colture a perdere. Così si renderanno disponibili aree idonee anche all’attività venatoria, invertendo quindi per la prima volta, i criteri di gestione delle risorse disponibili, ottenendo tra l’altro, un significativo risultato sulla possibilità ormai sperimentata di procedere alla riproduzione di selvaggina in modo naturale direttamente sul nostro territorio». In precedenza altre operazioni di ripopolamento sono state attuate in aree limitrofe a Santa Maria del Castello, come Monte Comune, dove appezzamenti ubicati a circa cinquecento metri di quota sono stati recintati per introdurvi le lepri che però non si sono mai adattate del tutto al nuovo ambiente. Ora, invece, si sono registrate le prime nascite, un evento che attesta la natura ancora incontaminata di estese arre collinari che circondano Monte Faito, zone non a caso inserite in circuiti turistici frequentati da comitive di stranieri che amano il trekking e che ora nei loro itinerari potrebbero presto imbattersi piacevolmente nelle lepri native della costiera. (Il Mattino)

inserito da A. Cinque

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