Texas, sparatoria in una base militareE´ strage tra i soldati: 12 morti e 31 feriti

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    Un maggiore, medico militare, è il killer, che è stato ferito ed è agli arresti. Obama: «Sconvolgente»

    AUSTIN – Un’altra strage della follia negli Usa, definita “sconvolgente” dal presidente Obama, intervenuto dalla Casa Bianca. Questa volta la tragedia in una delle più importanti basi militari Usa, accaduta probabilmente durante una cerimonia di fine corso: 12 militari stati uccisi e almeno 31 sono rimasti feriti a seguito di una sparatoria nella base militare di Fort Hood, in Texas. Il bilancio si è fatto sempre più pesante con il passare delle ore. L’incidente è accaduto al Soldier Readiness Center della base militare di Fort Hood, che ha ogni giorno un intenso traffico di soldati in arrivo e in partenza.

     

    CHI E’ STATO – Un ufficiale di origine palestinese in partenza l’Iraq è l’autore della strage. Il maggiore Nidal Malik Hasan, 39 anni, un medico specializzato in malattie mentali, ha agito da solo usando un’arma semi-automatica ed alcune pistole: ha sparato in modo indiscriminato sui soldati impegnati in controlli medici prima di partire per la guerra. L’uomo è stato ferito dai militari della base. Altri due sospetti, anch’essi militari, sono stati prima fermati e poi rilasciati. Il maggiore in un primo momento era stato dato per morto, poi il generale Cone che comanda la base ha chiarito che è ferito e si trova in un ospedale in condizioni definite “stabili”.
    Il maggiore Hasan, nato in Virginia e laureato in biochimica alla Virginia Tech (teatro di un’altra famosa strage), aveva indossato la divisa per quasi venti anni e si considerava «un patriota» americano. Aveva studiato con il sostegno finanziario delle forze armate, impegnandosi in cambio a restare per un certo numero di anni in divisa. Un familiare ha rivelato che il medico, che aveva lavorato per sei anni al famoso ospedale militare Walter Reed (a Washington) specializzato nelle cure ai soldati feriti, compresi quelle vittima di stress post-traumatico, si opponeva alla decisione delle autorità di inviarlo in Iraq. «Era contrario alla idea di finire in guerra, era il suo incubo, stava facendo tutto il possibile per evitare questa svolta della sua vita – ha raccontato il cugino Nader Hasan – aveva ascoltato ogni giorno al Walter Reed i racconti dei soldati rientrati dal fronte e rimasti traumatizzati da ciò che avevano visto». Il medico, che non era sposato e non aveva figli, considerava l’esercito la sua casa ma era rimasto molto disturbato dagli attacchi verbali e dai sospetti che la sua origine mediorientale provocava anche tra gli uomini in divisa, specie dopo la strage dell’11/9. Si era anche rivolto ad un avvocato per vedere se esisteva la possibilità di uscire dalle forze armate. Un cugino ha detto che Hasan era di fede islamica fin dalla nascita. I suoi genitori provenivano da un villaggio non lontano da Gerusalemme. Alcuni colleghi lo hanno descritto come un «solitario» ed un «irascibile». In aprile era stato trasferito da Washington a Fort Hood. Il mese dopo era stato promosso maggiore.

    CENTRO DI ADDESTRAMENTO PIU’ GRANDE DEGLI USA – La base di Fort Hood, il più importante centro di addestramento militare in territorio americano, ospita più di 65mila persone. E’ anche uno dei centri più importanti per i soldati in entrata e in uscita dalla missioni di guerra in Iraq e Afghanistan. La base si trova a un centinaio di chilometri da Waco, teatro della rivolta della setta dei davidiani che nel 1993 causò la morte di 74 persone.

    OBAMA: «TRAGEDIA SCONVOLGENTE» – Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha definito «sconvolgente» quanto avvenuto a Fort Hood, in Texas. «Non si conoscono ancora i dettagli – ha detto Obama – sappiamo solo che c’è stata una sparatoria e che molti uomini in uniforme sono stati uccisi, e altri sono rimasti feriti. I miei pensieri vanno alle famiglie. È sconvolgente sapere che uomini e donne in uniforme muoiono in territori di guerra, ma è ancora più sconvolgente quando questo avviene in territorio americano». «Ho parlato con il segretario alla Difesa Gates e il capo di stato maggiore congiunto McMullen e con l’Fbi per assicurare che Fort Hood sia messo in sicurezza» ha aggiunto il presidente, «troveremo risposta a ogni singolo interrogativo e forniremo a questa comunità tutto il sostegno federale. In qualità comandante in capo non poter avere onore più alto che garantire la sicurezza dei nostri uomini in uniforme quando sono in patria».

    corriere.it               inserito da michele d elucia

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