Raid a Scampia, la pista del calcioLa vittima era presidente del Casavatore

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NAPOLI (12 settembre) – Era il presidente della «Us Casavatore» e grazie ai suoi investimenti la squadra aveva vinto lo scudetto lo scorso anno. Una promozione dalla seconda alla prima categoria, con un crescendo di vittorie per la formazione calcistica del comune alle porte di Napoli.

Partono da qui le indagini sull’ultimo omicidio di camorra in città: Ciro Massimo Brugnuolo, trentasettenne incensurato ucciso con quattro colpi alle spalle in via Cupa Perillo, zona desolata tra Scampia e Secondigliano. Delitto di camorra, dunque, che spinge gli inquirenti a lavorare sui possibili tentativi del clan egemone di riciclare soldi della droga puntando sul mondo del calcio.

Riscontri al momento non ce ne sono, ma si parte da un dato di fatto: dall’ingresso di Brugnuolo, con una somma di diecimila euro, nel capitale sociale della «Us Casavatore». Moneta sonante, la probabile chiave di volta del salto di qualità di una squadra di giovani talenti seguita con passione da migliaia di tifosi del comune alle porte di Napoli. Una volta in via Cupa Perillo – alle spalle delle famigerate case dei puffi – Brugnuolo è stato probabilmente ucciso da persone di cui si fidava o che quanto meno conosceva.

Quattro colpi alle spalle, un’esecuzione a freddo che costringe ora gli inquirenti a riaprire un capitolo investigativo sui rapporti tra camorra locale e mondo del calcio. C’è un precedente neppure tanto lontano. E riguarda ancora la squadra cittadina del Casavatore. Era il primo febbraio del 2005, nel pieno della faida tra dilauriani e scissionisti, quando venne massacrato il centravanti dell’allora «Real Casavatore» Antonio Patrizio, 25 anni.

Un vero attaccante di sfondamento: fu ammanettato da killer travestiti da carabinieri, messo con le spalle al muro e ucciso assieme ad altri due uomini. Anche in quell’occasione, l’attenzione cadde sugli scissionisti dei boss Amato-Pagano, ora come allora vincitori nella guerra della droga contro il clan Di Lauro. Una guerra mai del tutto terminata, con fiumi di quattrini ricavati dal network delle piazze di spaccio, soldi che prima o poi vanno ripuliti in svariate attività commerciali.

Indaga il pm anticamorra Luigi Alberto Cannavale, in forza al pool coordinato dall’aggiunto Sandro Pennasilico. Possibile che gli scissionisti abbiano finanziato o sostenuto la passione calcistica dell’Us Casavatore? Domanda che non può intaccare la passione dei tifosi di una squadra fresca di promozione. Lo stesso sindaco Pasquale Sollo, infatti, di fronte al delitto di due giorni fa, ha ricordato il «seguito festoso degli otto-novecento tifosi del Casavatore, che affollano ogni settimana gli spalti cittadini».

Ma quella dei rapporti tra gli scissionisti e le performances del Casavatore non è l’unica pista seguita dagli inquirenti. Ipotesi parallela riguarda il clima da caccia all’uomo che si è scatenato nell’hinterland metropolitano subito dopo il recente arresto di Giuseppe Bastone. La camorra vuole vendicare una possibile «soffiata» fatta alle forze dell’ordine, punta a stanare presunti confidenti di polizia. Venti di vendetta che, a torto o a ragione, potrebbero spiegare gli ultimi sussulti in terra di faida

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