Lampedusa, sbarcano cinque eritrei:«Eravamo in 80, gli altri sono morti»

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    LAMPEDUSA – Potrebbe essere un’altra tragedia del mare. Più di settanta uomini e donne morti durante un viaggio della speranza. Il racconto dei cinque eritrei che si trovavano su un gommone soccorso dalla Guardia di finanza a dodici miglia da Lampedusa e portati sull’isola è drammatico (anche se ancora da verificare): «Siamo partiti il 28 luglio da Tripoli – hanno raccontato a uno dei mediatori culturali dell’organizzazione Save the children. – Eravamo in 78, per lo più eritrei e solo in minima parte etiopi. Dopo una settimana sono terminati cibo, acqua e benzina, i cellulari erano scarichi. Il gommone è andato alla deriva, spinto dal vento e dalle correnti. Le persone che morivano venivano gettate in mare».

    «INDIFFERENZA» – Le autorità maltesi negli ultimi giorni hanno recuperato sette cadaveri. Potrebbe trattarsi di persone che si trovavano sul gommone degli eritrei. Oltre a una giovane donna, dice l’organizzazione, tra i sopravvissuti vi sono anche due minorenni. «Durante la traversata – prosegue il racconto – abbiamo incrociato almeno dieci imbarcazioni, alle quali abbiamo chiesto inutilmente aiuto. Solo nei giorni scorsi un pescatore ci ha offerto acqua e cibo». Carlotta Bellini, responsabile protezione di Save the Children Italia, definisce «inaccettabile l’indifferenza crescente nei confronti dei migranti. È fondamentale – aggiunge – che principi quale quello del soccorso a migranti che rischiano la vita, in mare, tornino a essere rispettati. È altrettanto importante che l’Italia e l’Unione Europea adottino adeguate ed efficaci politiche di gestione dei flussi migratori misti, ossia composti da persone con bisogni di protezione differenti. Solo con queste politiche – conclude Bellini – è possibile prevenire queste tragedie».

    MARONI – Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha chiesto una relazione al prefetto di Agrigento. L’obiettivo, spiega la portavoce di Maroni, Isabella Votino, «è sapere come si sono svolti i fatti, perché la vicenda presenta aspetti da chiarire e la versione fornita dai migranti è da verificare in quanto stanno emergendo elementi che contrastano con quanto riportato dai superstiti. L’unica cosa certa è che grazie all’intervento della Guardia di finanza sono state salvate cinque vite».

    PD – Il Pd chiede che il governo riferisca alle Camere. «Provo orrore davanti al racconto dei cinque eritrei sopravvissuti al lungo viaggio disperato verso l’Italia – afferma il segretario, Dario Franceschini. – Una nuova terribile strage nei nostri mari. Se, come tutto lascia prevedere, ci sarà la conferma dei 75 annegati, dei venti giorni passati alla deriva nella battutissima e sorvegliatissima zona del canale di Sicilia si porranno terribili domande». «Una cosa – evidenzia Franceschini – è il contrasto all’emigrazione clandestina, tutt’altra è il mancato rispetto dei diritti umani e delle regole internazionali, dell’obbligo al soccorso in mare a chi rischia la morte. Deve far riflettere tutti il richiamo della responsabile italiana dell’Unhcr quando sottolinea come il mancato soccorso dimostri come sia passata l’idea che, per usare le sue parole, ‘Chi arriva via mare è un vuoto a perdere’. L’Italia, tutti noi non possiamo girare la testa dall’altra parte davanti a simili tragedie. Il governo deve riferire rapidamente e chiarire in Parlamento quello che è successo».

    PDL – Pronta la replica del Pdl: «Se, e ripeto ‘se’, la storia raccontata dai superstiti, accolti e soccorsi oggi a Lampedusa, è vera, ci troviamo di fronte a una vicenda che non può non suscitare grande dolore», dice Isabella Bertolini. «Questo episodio, però – aggiunge- non può consentire alcuna speculazione da parte dell’opposizione. Tentare di far passare il concetto che naufraghi siano stati volutamente lasciati al loro destino da parte delle forze adibite ai pattugliamenti è inaccettabile». Bertolini conclude: «Mi auguro che sia appurata la verità quanto prima e che la lotta politica non arrivi a coinvolgere gli uomini e le donne che, con abnegazione, controllano i nostri mari. Sarebbe una speculazione che deve essere respinta fermamente».

    INCHIESTA – La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta sulla presunta tragedia. Lo conferma ad Apcom il procuratore Renato Di Natale. «Di 73 morti durante la traversata – dice Di Natale – ha parlato uno solo dei 5 eritrei soccorsi a Lampedusa. Stiamo facendo accertamenti e stanno sentendo, con l’ausilio di un traduttore, gli altri quattro che non sono in buone condizioni di salute».

    SBARCHI – Intanto proseguono gli sbarchi a Lampedusa: un barcone con una quarantina di migranti a bordo è stato intercettato dalle motovedette della Capitaneria di porto e circa un miglio e mezzo dall’isola: si tratta di 45 uomini, in buone condizioni di salute. Nel pomeriggio cinque tunisini, riusciti ad approdare a Cala Croce con una piccola barca in vetroresina, sono stati bloccati a terra dai carabinieri.

     

    LAMPEDUSA – Potrebbe essere un’altra tragedia del mare. Più di settanta uomini e donne morti durante un viaggio della speranza. Il racconto dei cinque eritrei che si trovavano su un gommone soccorso dalla Guardia di finanza a dodici miglia da Lampedusa e portati sull’isola è drammatico (anche se ancora da verificare): «Siamo partiti il 28 luglio da Tripoli – hanno raccontato a uno dei mediatori culturali dell’organizzazione Save the children. – Eravamo in 78, per lo più eritrei e solo in minima parte etiopi. Dopo una settimana sono terminati cibo, acqua e benzina, i cellulari erano scarichi. Il gommone è andato alla deriva, spinto dal vento e dalle correnti. Le persone che morivano venivano gettate in mare».

    «INDIFFERENZA» – Le autorità maltesi negli ultimi giorni hanno recuperato sette cadaveri. Potrebbe trattarsi di persone che si trovavano sul gommone degli eritrei. Oltre a una giovane donna, dice l’organizzazione, tra i sopravvissuti vi sono anche due minorenni. «Durante la traversata – prosegue il racconto – abbiamo incrociato almeno dieci imbarcazioni, alle quali abbiamo chiesto inutilmente aiuto. Solo nei giorni scorsi un pescatore ci ha offerto acqua e cibo». Carlotta Bellini, responsabile protezione di Save the Children Italia, definisce «inaccettabile l’indifferenza crescente nei confronti dei migranti. È fondamentale – aggiunge – che principi quale quello del soccorso a migranti che rischiano la vita, in mare, tornino a essere rispettati. È altrettanto importante che l’Italia e l’Unione Europea adottino adeguate ed efficaci politiche di gestione dei flussi migratori misti, ossia composti da persone con bisogni di protezione differenti. Solo con queste politiche – conclude Bellini – è possibile prevenire queste tragedie».

    MARONI – Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha chiesto una relazione al prefetto di Agrigento. L’obiettivo, spiega la portavoce di Maroni, Isabella Votino, «è sapere come si sono svolti i fatti, perché la vicenda presenta aspetti da chiarire e la versione fornita dai migranti è da verificare in quanto stanno emergendo elementi che contrastano con quanto riportato dai superstiti. L’unica cosa certa è che grazie all’intervento della Guardia di finanza sono state salvate cinque vite».

    PD – Il Pd chiede che il governo riferisca alle Camere. «Provo orrore davanti al racconto dei cinque eritrei sopravvissuti al lungo viaggio disperato verso l’Italia – afferma il segretario, Dario Franceschini. – Una nuova terribile strage nei nostri mari. Se, come tutto lascia prevedere, ci sarà la conferma dei 75 annegati, dei venti giorni passati alla deriva nella battutissima e sorvegliatissima zona del canale di Sicilia si porranno terribili domande». «Una cosa – evidenzia Franceschini – è il contrasto all’emigrazione clandestina, tutt’altra è il mancato rispetto dei diritti umani e delle regole internazionali, dell’obbligo al soccorso in mare a chi rischia la morte. Deve far riflettere tutti il richiamo della responsabile italiana dell’Unhcr quando sottolinea come il mancato soccorso dimostri come sia passata l’idea che, per usare le sue parole, ‘Chi arriva via mare è un vuoto a perdere’. L’Italia, tutti noi non possiamo girare la testa dall’altra parte davanti a simili tragedie. Il governo deve riferire rapidamente e chiarire in Parlamento quello che è successo».

    PDL – Pronta la replica del Pdl: «Se, e ripeto ‘se’, la storia raccontata dai superstiti, accolti e soccorsi oggi a Lampedusa, è vera, ci troviamo di fronte a una vicenda che non può non suscitare grande dolore», dice Isabella Bertolini. «Questo episodio, però – aggiunge- non può consentire alcuna speculazione da parte dell’opposizione. Tentare di far passare il concetto che naufraghi siano stati volutamente lasciati al loro destino da parte delle forze adibite ai pattugliamenti è inaccettabile». Bertolini conclude: «Mi auguro che sia appurata la verità quanto prima e che la lotta politica non arrivi a coinvolgere gli uomini e le donne che, con abnegazione, controllano i nostri mari. Sarebbe una speculazione che deve essere respinta fermamente».

    INCHIESTA – La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta sulla presunta tragedia. Lo conferma ad Apcom il procuratore Renato Di Natale. «Di 73 morti durante la traversata – dice Di Natale – ha parlato uno solo dei 5 eritrei soccorsi a Lampedusa. Stiamo facendo accertamenti e stanno sentendo, con l’ausilio di un traduttore, gli altri quattro che non sono in buone condizioni di salute».

    SBARCHI – Intanto proseguono gli sbarchi a Lampedusa: un barcone con una quarantina di migranti a bordo è stato intercettato dalle motovedette della Capitaneria di porto e circa un miglio e mezzo dall’isola: si tratta di 45 uomini, in buone condizioni di salute. Nel pomeriggio cinque tunisini, riusciti ad approdare a Cala Croce con una piccola barca in vetroresina, sono stati bloccati a terra dai carabinieri.

    CORRIERE.IT        Inserito da michele de lucia

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