SALERNO PAURA PER TRE SPEOLOGI BLOCCATI IN UNA GROTTA. LIBERATI DOPO 40 ORE
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Sono venuti da tutta l’Italia per recuperarli. Paura per tre speleologi pugliesi bloccati in una grotta in provincia di Salerno sul Cervati, in pieno Cilento, a causa di una piena improvvisa. I soccorritori li hanno individuati nel cosiddetto “inghiottitoio dei Vallicelli” nel territorio di Monte San Giacomo sui monti Alburni, al di là di un sifone allagato a causa delle forti piogge cadute durante l’escursione in grotta. Squadre del Soccorso Alpino e Speleologico insieme a vigili del fuoco di Salerno specializzati nelle ricerche fluviali, da ieri notte stanno tentando di svuotare il sifone con l’ausilio di pompe. Davanti alle grotte, che si trovano a 1.200 metri di altezza a pochi chilometri dal monte Cervati, il più alto del Salernitano, ci sono ancora la tenda allestita dai tre speleologi e la loro auto. “I tre speleologi – spiega l’ufficio stampa del Soccorso speleologo Cnsas di Puglia e Basilicata – si sarebbero rifugiati in una zona non bagnata, aspettando lo svuotamento. I vigili del fuoco hanno portato giù una pompa a immersione per tentare lo svuotamento del sifone e, insieme con i tecnici del Csas, stanno completando le operazioni necessarie per stendere le manichette e quindi poter iniziare lo svuotamento. Nel caso l’operazione non dovesse riuscire, i sub sono già pronti per un’immersione”. In tarda serata sono stati poi ritrovati ma non recuperati. razie a un sub che, nonostante i cunicoli stretti, è riuscito a raggiungere i tre speleologi pugliesi rimasti bloccati da venerdì nelle grotte di Vallicelli, sul Monte Cervati, a circa dieci chilometri da Monte San Giacomo, in provincia di Salerno. Hanno allargato le braccia, senza dire nulla, Antonio De Leo, 43 anni, Gianluca Selleri, 36 — entrambi leccesi — e Cosimo Leone, 30 anni, del Brindisino, speleologi del gruppo «Ndronico» di Lecce, che saranno definitivamente liberati nelle prossime ore. Sono stati anche già rifocillati, con thè caldo e coperte termiche. Le azioni di soccorso puntano a liberare quanto prima il passaggio che separa i tre speleologi dall’uscita della grotta, invaso dall’acqua a causa delle forti piogge di ieri e del giorno prima. Un temporale ha rallentato ulteriormente le operazioni di svuotamento del sifone. I Vigili del Fuoco e i tecnici del Cnsas hanno realizzato all’ingresso della grotta uno sbarramento artificiale con una pompa che provvede a drenare l’acqua all’esterno, per impedire ulteriori afflussi dovuti al recente temporale abbattutosi sulla zona, non ancora del tutto terminato. Non appena sarà stato liberato il passaggio attualmente occupato dall’acqua, i medici raggiungeranno gli infortunati per valutarne le condizioni fisiche e pianificare le operazioni di uscita dalla grotta. Le loro condizioni non desterebbero preoccupazione. Appaiono debilitati, certo, ma il peggio è passato. I soccorsi, provenienti da tutta Italia, dopo 27 ore, sono riusciti a stabilire quel contatto che ha fatto esultare tutti. Sul posto, sulla vetta più alta del salernitano a circa 1.200 metri, sono giunti, tempestivamente, i carabinieri di Sala Consilina, l’elicottero dell’Arma, gli esperti del Cnsas (corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico di Puglia, Basilicata e Campania) – medici e sub; vigili del fuoco del distaccamento di Salerno e Roma. Giunti anche alcuni amici e familiari dei tre speleologi che con commozione hanno seguito e appreso del contatto. Come, del resto, tutti i colleghi, pugliesi e campani, dei tre sfortunati protagonisti della vicenda. A dare l’allarme, scattato nella notte tra venerdì e sabato, è stato un dipendente del comune che ha la passione per la montagna. L’auto parcheggiata, la tenda allestita ha insospettito l’uomo che ha avvisato i vigili urbani. Che, come prevedono le regole degli speleologi, erano a conoscenza della loro presenza. Senza perdere tempo è stato informato il sindaco, Franz Nicodemo, il Prefetto, il 112 e 115. E da lì, una vera e propria catena di soccorsi giunti sul posto in tempi rapidissimi. I sub hanno avuto un bel da fare prima di riuscire a farsi largo nella grotta, larga circa 40 metri e alta quasi un metro, perché letteralmente invasa dall’acqua piovana. La stessa ondata che ha sorpreso i pugliesi. In questo momento (domenica 5 luglio all’alba) È finito l’incubo per i tre speleologi pugliesi rimasti intrappolati per oltre 40 ore in una grotta sui Monti Alburni, nel salernitano. Antonio De Leo, 40 anni, di Lecce, Gianluca Selleri, 34 anni, anch’egli leccese, e Cosimo Leone, brindisino di 30 anni, sono stati liberati in nottata dagli uomini del soccorso alpino insieme ai vigili del fuoco. Gli speleologi sono in buone condizioni di salute.