Piano di Sorrento, il racconto del lunedì del prof. Ciro Ferrigno: “Sancte Michael”

Piano di Sorrento. Riportiamo il consueto e sempre interessante racconto del lunedì del Prof. Ciro Ferrigno che oggi ci conduce alla scoperta della devozione all’Arcangelo San Michele, protettore della città di Piano di Sorrento: «Un po’ tutta l’Italia meridionale è costellata di luoghi di culto dedicati all’Arcangelo San Michele, che in antichità facevano da segna cammino per i pellegrini diretti a Monte Sant’Angelo sul Gargano. La Campania ne è piena, ne ha il Molise, sono tantissimi in Puglia.

Si tratta in prevalenza di piccoli santuari situati in grotte, spesso difficili da raggiungere, al cui interno stilla dell’acqua ritenuta miracolosa ed è raccolta con cura dai pellegrini, vi sono altari e statue dell’Arcangelo in pietra o in marmo e non di rado appaiono lacerti di antichi affreschi, risparmiati dall’umidità e dal passare del tempo. Molte sono le leggende legate a questi luoghi di culto rupestri, storie che parlano di apparizioni angeliche, guarigioni miracolose e talvolta della presenza stanziale di uno o più monaci che avrebbero scelto di vivere in penitenza all’interno dello speco. In Campania è famoso il tempio micaelico di Olevano sul Tusciano, ma il culto è presente anche a Sant’Angelo a Fasanella, a Frasso Telesino come a Sant’Angelo in Grotte nel Molise ed a Cagnano Varano ed Orsara in Puglia, giusto per fare qualche nome, ma, ripeto, di queste grotte, chiesette rurali o alpestri e santuari l’Italia del Sud ne è piena.

Proprio questo ci porta a pensare che pure a Carotto l’Arcangelo abbia trovato il Suo primo luogo di culto in una grotta, almeno per due ragioni: Carotto è storicamente il luogo delle grotte, popolate dalla notte dei tempi ed anche perché la località si sarebbe trovata in un luogo di passaggio di pellegrini in transito tra lo Scaricatore e la marina. È un’ipotesi che oggi può apparire fantasiosa ed azzardata, ma che si veste di credibilità se ci si rapporta alla realtà del nostro territorio negli anni intorno al Mille ed anche molto prima, quando le mete dei pellegrinaggi erano solo le tombe degli Apostoli a Roma ed il Santuario di San Michele sul Gargano e per i più avventurosi, la Terra Santa e poi Santiago di Compostela.

Che le grotte di Gottola abbiano potuto ospitare un sacello dedicato all’Arcangelo Michele, non è cosa improbabile e questo spiegherebbe il forte legame del rione con la Basilica di San Michele. Ci sono punti che formano una costellazione sacra tra Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi, Ticciano, il Piccolo Sant’Angelo e Gottola. Per noi, del ventunesimo secolo che voliamo a Lourdes, a Fatima, a Santiago ed in Terra Santa con un battito d’ali, è difficile pensare ai pellegrinaggi dell’antichità, il lungo cammino che talvolta richiedeva anni di fatica e la capacità di superare ostacoli talvolta insormontabili. Proprio il passaggio dei pellegrini ed i racconti dei marittimi, da sempre in contatto con la Puglia per il commercio del grano del Tavoliere, avrebbero spinto la popolazione di Carotto a portare ed invocare “Sancte Michael!” nell’antico tempio pagano, diventato già da tempo luogo di culto cristiano dedicato alla Croce ed al Salvatore. In assenza di radio e televisione, di giornali e notiziari, in quel tempo ciò che determinava le scelte erano le cose ascoltate a viva voce da chi aveva visto, sapeva e raccontava. I nostri avi ascoltavano i pellegrini e gli uomini di mare.

L’antichità del culto micaelico a Carotto è testimoniata anche da un’altra circostanza. L’Abbazia di San Pietro a Cermenna risale al 1080, i benedettini diffusero il culto di San Pietro in tutto il territorio della Planities, con fervore, partendo proprio dal racconto del passaggio dell’Apostolo e gli dedicarono l’Abbazia, ma nessuna parrocchia ha San Pietro come principale titolare, perché? Proprio per il fatto che il culto a San Michele, alla Madonna di Galatea ed alla Madonna del Lauro ha maggiore antichità e si presume che preceda di molto il Mille. D’altra parte quello per l’Arcangelo trovò un motivo di ulteriore arricchimento, dopo le apparizioni a Sant’Antonino ed a San Catello sul Monte Gauro o Faito. Tutte queste circostanze ci fanno capire quanto sia antica la nostra storia devozionale e quanta parte abbia avuto per noi la religione nel cammino dei secoli: qui tutto poggia sulla Vergine Maria, San Pietro, Sant’Antonino e l’Arcangelo Sanctus Michael!».

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