Napoli al voto, il TAR esclude 4 liste con la Lega a Maresca, è polemica

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Napoli al voto, il TAR esclude 4 liste con la Lega a Maresca, è polemica  dura, mentre Manfredi cerca di vicnere al primo turno e Bassolino spera nel ballottaggio, ecco cosa scrive del capoluogo della Campania Valentino Di Giacomo su Il Mattino
Catello Maresca perde quattro delle undici liste che lo appoggiano, ma a far rumore è soprattutto l’esclusione del simbolo Prima Napoli presentato dalla Lega di Matteo Salvini. Dopo la bocciatura da parte della commissione elettorale del Comune, la batosta per l’ex pm arriva anche dal Tar della Campania, che ieri ha bocciato i ricorsi presentati dalle compagini che lo sostengono. Nessuna delle liste già escluse può essere riammessa, una doccia gelata. Niente da fare non solo per la lista della Lega, ma anche per le tre civiche Catello Maresca, Napoli Capitale e la sigla animalista Movimento quattro zampe. L’ultima arma a disposizione dell’ex pm e dei partiti che lo sostengono resta soltanto il Consiglio di Stato al quale sono stati già annunciati i rispettivi ricorsi. Un pronunciamento da parte della più alta Corte della giustizia amministrativa non arriverà però, nella migliore delle ipotesi, prima di giovedì. Un bel problema per la campagna elettorale di Maresca che a questo punto perde in un sol colpo circa un centinaio di candidati al Consiglio comunale e a centinaia nei parlamentini delle Municipalità. Le liste non sono state escluse solo per banali ritardi nella presentazione della documentazione necessaria, ma anche perché in alcune di queste mancava persino il fondamentale contrassegno elettorale o le indispensabili previsioni di spesa sul bilancio della campagna elettorale. Difficile ora stabilire se queste gravi lacune siano addebitabili agli scontri intestini alla coalizione prima della presentazione delle liste, ma di certo il clima già infuocato si è ora fatto esplosivo e il caso Napoli rischia di agitare le acque anche a livello nazionale tra i leader del centrodestra.
LA SENTENZA
Il caso più spinoso è certamente l’esclusione della lista leghista, secondo i dirigenti locali addebitabile solo ad un problema di orario sulla consegna, a loro dire avvenuta lo scorso 4 settembre appena un minuto dopo il gong. Di ben altro avviso invece il Tar che giustifica il rigetto del ricorso presentato dal Carroccio anche per un elemento sostanziale. «Il problema è della tardività della presentazione della lista – ha spiegato nella sentenza la seconda sezione del tribunale amministrativo presieduta dal presidente Paolo Corciulo, estensore Maria Laura Maddalena – ma soprattutto la mancata presentazione del contrassegno elettorale nelle forme di legge è sufficiente a giustificare l’esclusione della lista. Sia in quanto essa è espressamente prevista dall’art. 32 del TU, n. 1 sia perché la presentazione del modello di contrassegno di lista deve ritenersi essenziale, proprio al fine di consentire alla Commissione elettorale circondariale di ricusare i contrassegni identici o che si possano confondere». Pochi e fondati termini giuridici che assestano un colpo devastante per i dirigenti locali del Carroccio ai quali il Tar ricorda anche che «la costante giurisprudenza del Consiglio di Stato ha sempre ritenuto causa di esclusione l’omessa presentazione del contrassegno di lista», lasciando così ben poche speranze anche per l’annunciato ricorso alla massima Corte.
LE CIVICHE
Ancor più ingarbugliata è la vicenda delle liste civiche escluse che sostenevano Maresca. Per la lista Catello Maresca il Tar imputa che la documentazione non solo era incompleta ma non è stata presentata neppure dal delegato di lista, ma da uno dei collaboratori e 14 minuti dopo la scadenza dei termini fissata al 4 ottobre. Due giorni dopo la scadenza tassativa ecco il tentativo di riparare – ricostruisce il tribunale – con la consegna di una documentazione integrativa. Neppure questo tentativo è però andato a buon fine: «Tra i 26 plichi consegnati alla sottocomissione – spiega il Tar – non compare nessuna lista Catello Maresca che pertanto non è affatto pervenuta all’esame, neppure in ritardo». Un caos totale anche per la lista Napoli Capitale per la quale il tribunale spiega che «la lista composta da 21 candidati non era collegata ad alcun presidente di Municipalità». Lista quindi esclusa per la mancata «accettazione della candidatura alla carica di presidente, per la mancata consegna del bilancio preventivo della campagna elettorale, del contrassegno in triplice copia». Tutte evidenze che – rileva il tribunale – non si è provato neppure a contestare nel ricorso sulle «carenze documentali». Una serie interminabile di pasticci.
LE CONSEGUENZE
Se infuriato è Maresca, ha i nervi a fior di pelle anche Matteo Salvini che ora invoca un’assunzione di responsabilità da parte dei suoi dirigenti locali. Da Napoli doveva partire l’avanzata della Lega al Sud e proprio nella capitale del Mezzogiorno arriva un colpo fortissimo, anche d’immagine, al Carroccio. Una stroncatura, l’ennesima, dopo il già non roseo risultato in città alle ultime elezioni regionali.

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