Bellaria, la maiorese Marzia Petrocelli e lo studio sui sintomi del Covid-19

Un lavoro di importanza internazionale quello che sta conducendo la dottoressa Marzia Petrocelli, originaria di Maiori, a Bellaria. La dottoressa, infatti, sta portando avanti uno studio legato ai sintomi, spesso sottovalutati, del Covid-19. In particolare, si analizzano i danni al gusto e all’olfatto causati dal Covid-19; un progetto che rientra nello Studio Osservazionale, promosso dall’Ausl e condotto appunto dalla dottoressa Marzia Petrocelli, chirurgo maxillo facciale della Rete chirurgia volto e odontoiatria dell’ospedale Bellaria, diretta dalla dottoressa Anna Maria Baietti.

Come si legge su “Il Resto del Carlino”, le scoperte fatte potrebbero segnare una svolta decisiva. Nella fattispecie, come si legge, si tratta di uno studio preliminare multicentrico (con Bologna ci sono i centri di Sassari e Salerno), basato sull’analisi di un campione composto da diverse centinaia di operatori sanitari in isolamento domiciliare perché risultati positivi. Alcuni di questi lo hanno scoperto soltanto quando, ad aprile, sono partiti i test sierologici a tappeto e così hanno ricostruito come, anche più di un mese prima, avevano avuto questi sintomi ’campanello d’allarme.

“L’anosmia (mancanza di odorato) e l’ageusia (mancanza del gusto), secondo il nostro studio, compaiono nel 70% dei pazienti affetti da Covid-19 e per la maggior parte di loro costituisce il primissimo sintomo della malattia”.

Insomma, è fondamentale, quindi, non tralasciare questo particolare importante: non bisogna confondere o sottovalutare la mancanza di gusto ed olfatto, perché questo può portare a una tempestiva identificazione del virus, con conseguente isolamento, evitando così che il contagio si allarghi.

Secondo lo studio, all’incirca nel 30% dei casi anosmia e ageusia sono stati i primi sintomi del Covid, mentre per il 5% sono stati gli unici, perciò, molto spesso, sono stati sottovalutati o non riconosciuti.

“Siamo stati i primi a raccogliere e analizzare i dati su questi sintomi, peraltro durante la fase 1, quando la pandemia era al culmine e c’era poco tempo per occuparsi di questi studi – ha rivelato la dottoressa Petrocelli –. Ma così facendo abbiamo fatto questa importante scoperta, stravolgendo analoghi studi cinesi, che ritenevano invece come solo il 5% circa dei pazienti accusasse i sintomi in esame. Invece, noi abbiamo scoperto come siano invece estremamente diffusi e per di più precoci e molto specifici. Questo potrà avere un ruolo decisivo nella prevenzione del contagio”.

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