Il post emergenza Coronavirus si profila come “una tempesta perfetta“, in un terreno fertile per le mafie.

Così è stata definita la futura emergenza economica dal Magistrato e Consulente Commissione Antimafia, Roberto Tartaglia. Il quale traccia un quadro allarmante dei rischi che si possono correre:  una micidiale carenza di liquidità; la “bomba sociale” che, soprattutto nelle regioni più fragili, rischia di esplodere da un momento all’altro; la prospettiva di importanti investimenti pubblici in infrastrutture e in settori strategici, ovvero la più promettente occasione di guadagno della criminalità organizzata; la possibile sottovalutazione generale di determinati rischi dato che bisogna poi ripartire in qualsiasi modo e a qualsiasi costo. Quattro classici presupposti che da sempre invogliano e arricchiscono la criminalità organizzata.

Sebbene adesso le priorità assolute, non solo del nostro Paese, sono evidentemente quelle dell’emergenza sanitaria e della ripartenza economica, bisogna tuttavia porre attenzione a determinati fenomeni. Tale è la considerazione del Magistrato Roberto Tartaglia,Consulente della Commissione Antimafia, sui rischi post emergenza coronavirus ,in un’analisi rilasciata all’agenzia di stampa Agi. Un quadro allarmante circa i pericoli che si possono correre non solo per l’emergenza sanitaria del coronavirus, ma soprattutto sul piano economico-sociale.

 In questo momento, secondo il noto magistrato e già membro del pool di Pm nel processo “Trattativa Stato-Mafia”, si profilano come in una “tempesta perfetta” i quattro classici  presupposti che da sempre invogliano e arricchiscono la criminalità organizzata. Ovvero:

“una micidiale carenza di liquidità che le mafie non aspettano altro che colmare, portatrici come sono di immensi capitali illeciti in attesa di ‘collocazione’; 

la vera e propria ‘bomba sociale’ che, soprattutto nelle regioni più fragili, rischia di esplodere da un momento all’altro, tra cittadini già deboli ridotti definitivamente allo stremo e lavoratori in nero privi di reali possibilità di ammortizzatori sociali e di assistenza: ed è inutile sottolineare come, da sempre, la criminalità organizzata abbia attinto proprio a questi settori come bacino privilegiato della propria manodopera illecita; 

la prospettiva di importanti investimenti pubblici in infrastrutture e in settori strategici che da decenni costituiscono la principale ‘tentazione’ e la più promettente occasione di guadagno della criminalità organizzata;

 ed infine la possibile sottovalutazione generale di questi rischi, facilitata da una comprensibile (anche se inaccettabile) distrazione, all’insegna di uno slogan – implicito e pericoloso – secondo cui ora occorre ripartire, in qualsiasi modo e a qualsiasi costo.”

Questi fatti potrebbero portare a conseguenze gravi, così come è avvenuto in altri momenti della nostra storia: “Dalla legge del risanamento napoletano del 1885  che seguì proprio ad una epidemia di colera e che causò, per dirla in breve, effetti decennali di corruzione, appalti eseguiti male, politiche clientelari e rafforzamento esponenziale della potenza camorristica – a gran parte delle altre emergenze più recenti, la storia del nostro Paese mostra le tracce impietose della cronica sottovalutazione di questi frangenti di vulnerabilità. Ignorarli – prosegue Tartaglia –  per inseguire il fine della “ripartenza a qualunque costo” non è solo eticamente inaccettabile, ma anche tremendamente illusorio. Significa far finta di non vedere che in questo modo si costruiscono economie malate già in partenza, idonee a sacrificare l’obiettivo dello sviluppo economico in nome del guadagno immediato e indiscriminato, destinate nei prossimi decenni ad entrare nel circuito della repressione penale e dell’ablazione patrimoniale. Significa, in altri termini, puntare all’apparenza di domani, sacrificando il futuro reale del Paese che è in gioco in questo momento”.
Ma come prevenire il rischio che mafie e corruzioni proliferino, ancora una volta, sfruttando le fragilità della gente? Tartaglia evidenzia che “proprio sul piano della cultura della prevenzione potremmo avere tanto da mostrare all’Europa e al resto del mondo, arrivando a rappresentare modello serio e pionieristico”.
“La sfida della ricostruzione economica” – aggiunge – “è tanto complessa dal punto di vista pratico, quanto chiara dal punto di vista concettuale. In primo piano, vi è l’esigenza assoluta di rilanciare l’economia dell’intero Paese, con investimenti e politiche che costituiscano uno ‘shock’ positivo di livello tale da compensare il profondo trauma economico di questo arresto forzato e prolungato. In tre punti: investimenti pubblici e privati; rilancio dei due perni del welfare: sanità e lavoro; e indifferibile semplificazione, anche normativa, dei procedimenti amministrativi. Sull’altro piano ci sono invece i rischi.
Per quanto concerne la prevenzione deve essere  oculata e intelligente; che non può essere asfissiante e inutilmente paralizzante, che non deve trasformarsi in possibile antagonista della velocità e dello sviluppo, ma che si ispiri a logiche di vigilanza collaborativa, soprattutto nel settore delle grandi opere, e che si vada plasmando sul concetto della ‘differenziazione’: se sono differenti gli appalti, i distretti finanziari in cui sono banditi, i territori e le esigenze strategiche, è altrettanto innegabile che differenti dovranno rivelarsi gli strumenti e gli standard di intervento preventivo”.
Ed infine conclude Roberto Tartaglia “La grande sfida ,quella di sempre e non solo nel periodo dell’emergenza, resta quella del contemperamento tra il dovere del rispetto delle regole (semplificate, quando è necessario) e lo sviluppo in termini di efficienza delle procedure di investimento e sviluppo. Resto convinto che una prevenzione intelligente possa essere enzima dello sviluppo, di quello vero e sano, e che possa rivelarsi migliore alleata di una classe imprenditoriale pulita che non aspetta altro che ripartire. Questo è l’orizzonte cui guardare senza esitazioni e con un nuovo patto generazionale inclusivo e chiaro.  – 07 Aprile 2020

Fonte: AntimafiaDuemila

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