Piano di Sorrento. Notte del Venerdì Santo, Ferdinando Guida Gambardella espone dal suo balcone l’antica statua della Madonna Addolorata segui la diretta

Piano di Sorrento. La notte tra il giovedì ed il venerdì santo il silenzio surreale di questi giorni è stato squarciato dal suono dei cori delle tradizionali processioni e dal canto del Miserere diffuso da finestre e balconi. Toccante il contrasto tra le strade deserte, senza il passaggio degli incappucciati, e quel risuonare del Miserere da ogni angolo del territorio, come una coperta a proteggere la nostra terra, ad asciugare le nostre lacrime ed a riscaldare i nostri cuori. Una carezza per l’anima di cui tutti avevamo davvero bisogno che questa notte ci ha fatto capire di non essere soli, ci ha fatto comprendere di essere parte di una comunità legata da tradizioni antiche che in questa notte di Passione hanno sfidato la pandemia e ci hanno fatto sentire ancora più forte il legame con i nostri padri ed i nostri nonni. Eravamo tutti fisicamente nelle nostre case ma il nostro cuore era in giro per le strade come ogni Venerdì Santo notte. Tanti i balconi e le finestre illuminate dalla flebile luce di fiaccole e lumini. Ci ha colpito in modo particolare un balcone nei pressi di Mortora, quello dell’abitazione di Ferdinando Guida Gambardella il quale, con la maestria e l’arte che lo contraddistinguono, ha voluto esporre una statua della Madonna Addolorata illuminata dalla soffusa luce di due lampade. E’ una statua di sua proprietà dalla bellezza e dall’intensità unica, una scultura antica del 700 con la testa, i piedi e le mani in legno e ricoperta con una veste nera ricamata con fregi dorati, opera delle grandi botteghe napoletane che lavoravano nel Regno di Napoli. Dal balcone è stato posto poi un faro proiettato verso la nostra terra, quasi in segno di protezione.

Bellissimo il commento al video lasciato da Luigi Iaccarino, ex sindaco di Piano di Sorrento e legato da una forte devozione alla Confraternita della Purificazione di Maria Santissima della parrocchia di Mortora: «… eccoti Maria, anche in questa Alba Dolorosa sei giunta tra noi… leggera, gonfia di vento, che con la voce vibrante delle donne ancora hai chiesto al mondo “dov’è questo Figlio?”. I tamburi hanno ferito il silenzio della notte per accompagnare questo tuo incedere mesto e come d’incanto, come in un racconto d’Amore, dove la Terra si lega al Cielo, hai iniziato a veleggiare con il tuo manto di raso. Ti sei staccata dalle robuste spalle dei portanti per accarezzare i tetti delle nostre case, i nostri agrumeti, per sfiorare con le tue mani i nostri malati, i nostri anziani, i nostri bambini. Hai bagnato con le tue lacrime le corolle dei nostri fiori e hai sfiorato con il tuo sguardo le finestre illuminate dai ceri ed i balconi aperti per ascoltare il Canto del Miserere, che ti ha accompagnata nell’aria per accarezzare ancora, volteggiando, il declive di questa collina fiorita alla primavera. Miserere, miserere, anche la notte si gonfia di preghiera rendendoti più Addolorata, ma soprattutto più Madre. Un’ultima nota ti fa lasciare un bacio di perdono e poi di nuovo ti accompagna sui ciottoli delle nostre strade. Abbiamo gli occhi pieni di lacrime, il cuore che palpita di emozione e la consolazione di essere stati visitati ancora dalla grazia. Ora ci sentiamo tutti avvolti nel tuo manto scuro trapuntato dall’oro delle stelle e con Te continuiamo il cammino in cerca del tuo Figlio che pur se tramite il dolore della morte, illuminerà certamente questa notte della vita».

Madonna Addolorata
 
Madonna Addolorata
 
Madonna Addolorata
 
Madonna Addolorata

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