Piano di Sorrento. Emergenza Coronavirus, Salvatore Mare rinnova la richiesta: “Amministratori, rinunciate alle indennità”

Piano di Sorrento. Emergenza Coronavirus, Salvatore Mare rinnova la richiesta: “Amministratori, rinunciate alle indennità”.

La solidarietà va stimolata con fatti visibili e riscontrabili, non con le chiacchiere, quindi non si accampino scuse, i politici facciano la propria parte e non si limitino a dispensare dispositivi altrui i quali, è bene sottolinearlo, provengono da fonti pubbliche.

Alcuni esempi vicini.

Þ “Oltre ai soldi stanziati per noi dal Governo per i buoni spesa, abbiamo deciso di mettere a disposizione dei nostri cittadini anche le nostre indennità, la mia, quella del presidente del Consiglio Comunale e della Giunta”. Il Sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo – Napoli 30.3.2020

Þ Nella mia città è attiva una rete di solidarietà incredibile. Ho deciso di donare i primi 1000 euro del mio stipendio all’associazione Occhi di Claudio, per sostenere le famiglie in difficoltà con la Spesa Solidale. Il deputato Luigi Gallo – Torre del Greco 30.3.2020

Þ Oggi ho donato alla Croce Rossa Italiana Comitato di Pompei € 1000,00. Sono tante le iniziative di solidarietà intraprese in questi giorni e penso che la politica, oltre a lavorare sodo quotidianamente per il bene dei cittadini, debba anche dare il buon esempio. La senatrice Virginia La Mura – Pompei 30.3.2020

Qui penisola sorrentina.

La distanza che intercorre fra la maggior parte dei politici e i cittadini, è palpabile.

Questo governo, a mio parere l’unico che abbia veramente adottato misure in favore del popolo e non dei grandi gruppi industriali, ha giustamente fatto si che giungessero nel più breve tempo possibile i sostegni alle famiglie in difficoltà, anticipando i fondi di solidarietà comunale, concedendo per un loro rapido utilizzo discrezionalità agli Enti locali.

Sindaci e Assessori stanno svolgendo né più né meno che il loro compito, eppure appaiono quali grandi benefattori dispensatori di buoni spesa destinati a sfamare la popolazione stremata.

Ma quanti hanno risposto al mio appello di rinunciare alle retribuzioni?

Eppure la maggior parte di loro percepisce già uno stipendio derivante dalla propria professione.

Per il tempo di questa emergenza sarebbe grave rinunciare all’altra metà degli indennizzi?

Per coloro invece che svolgono la propria funzione a tempo pieno percependo l’intera indennità, perché non rinunciarne almeno a metà?

Il mio gesto simbolico l’ho fatto, ho rinunciato a percepire i gettoni di presenza per tutto l’anno 2019; è vero, si tratta di poche centinaia di euro, ma per chi vive di stipendio fra l’altro precario, è una rinuncia, e prima di farlo ho dovuto necessariamente consultare la mia famiglia.

Se questi gesti diventassero normalità, mai nessuno potrebbe additarli quali meri atti propagandistici.

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