Penisola Sorrentina, una settimana di Pasqua senza processioni: non accadeva da oltre 100 anni

Sarà una Pasqua assolutamente anomala in tutto il Belpaese e soprattutto in Penisola Sorrentina. Il territorio, come sappiamo, è legato ad alcune processioni durante la settimana pasquale che hanno una storia antichissima e che non si sono mai fermate, neanche durante le due guerre mondiali.

Il Coronavirus, però, è stato capace anche di questo. Ha fermato una tradizione storica che, stando a quanto riferiscono i colleghi de Il Mattino, pare non si fermasse dal lontano 1876, a causa di problemi di ordine pubblico.

Le processioni in Penisola Sorrentina sono qualcosa di unico. La Pasqua, qui, è diventata oggetto di studio e momento di attrazione anche per migliaia e migliaia di visitatori da tutto il Mondo. In particolare, le processioni degli incappucciati rappresentano qualcosa di unico e particolare. Il rito è molto antico, risale al 1300 ed è molto sentito dagli abitanti del posto, i quali si tramandano il loro posto in processione da padre in figlio. Ogni processione viene organizzata da una confraternita, e ogni paese della penisola ha diverse confraternite, quindi ci sono più processioni che sfilano tra i diversi comuni.

Ora tutto questo non potrà essere messo in atto a causa delle disposizioni per contrastare il Covid-19.

Il priore Deodato Morvillo, della congregazione dei Servi di Maria a Sorrento, ha così parlato a Il Mattino: “Per noi confratelli che abbiamo l’onore di organizzare la processione nera degli incappucciati del Venerdì Santo, assume una rilevanza ancora maggiore l’attesa della Passione, l’amore, la fede che riponiamo in questo evento. Siamo stati privati della quotidianità del periodo più bello, vissuto con spirito di fratellanz. Venerdì, alle 20.30, l’ora consueta dell’uscita della processione tutti i confratelli e quanti vorranno unirsi a noi si ritroveranno nelle loro case per ripercorrere le stesse emozioni degli anni scorsi attraverso un filmato che verrà trasmesso dai social con le note del miserere”.

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