Minori-Maiori, Michele Ruocco scrive al ministro Bellanova: “Terreni incolti sono una risorsa”

Il padre del "Sentiero dei limoni" propone un recupero dell'economia agricola

Minori-Maiori, Costiera Amalfitana. L’amore di Michele Ruocco per la propria terra ormai non è un segreto. Il banchiere in pensione, ma agricoltore nell’anima, da tempi non sospetti sta sensibilizzando le persone verso la riscoperta dell’agricoltura. Il padre del “Sentiero dei limoni”, che senza fondi pubblici ha messo in atto un vera e propria attrazione turistica adatta a tutti, in questo periodo di coronavirus vuole misurarsi una grande e ambiziosa sfida per il rilancio della Costa d’Amalfi e non solo: assegnare terreni incolti e improduttivi per realizzare una riserva alimentare per ogni singolo individuo o nucleo familiare. Michele Ruocco spiega la propria idea a Gaetano De Stefano de La Città di Salerno:

“Sono figlio di agricoltore – tiene a precisare – e conosco il lavoro nei campi. Nel tempo ho visto abbandonare la coltura agricola, e sono ben conscio del lavoro e dei sacrifici che tante generazioni di italiani hanno fatto e continueranno a fare per il nostro Paese”. Ruocco quindi si rivolge al ministro Teresa Bellanova, affinché il proprio piano venga ascoltato. “L’agricoltura italiana può rappresentare ed essere nel prossimo futuro una grande possibilità occupazionale e produttiva per il nostro Paese. I termini per l’assegnazione di questi terreni dovranno tener conto di alcuni aspetti quali la conservazione del diritto di proprietà ma anche del valore aggiunto produttivo quale la miglioria infrastrutturale derivante dal lavoro degli assegnatari. Questa possibilità consentirebbe ad una parte della popolazione di dare una risposta concreta al sostentamento, darebbe nuovo impulso al settore agricolo, sarebbe una valvola occupazionale e non ultima l’agricoltura a “km 0° porterebbe alla concreta valorizzazione del prodotto locale”.

Dunque Michele Ruocco auspica un ritorno al passato, con un recupero dell’ambiente. “Un altro elemento valutativo da tener in conto – sottolinea Ruocco – è certamente l’aspetto ambientale e di sostenibilità economica in un mondo futuro dove lo spostamento di merci non sempre può avvenire senza inquinamento ambientale. Il ritorno ad una agricoltura sostenibile, non più intensiva e massiva, che non modifichi gli aspetti produttivi può rappresentare per il prodotto italiano una immagine ancor più vincente per la qualità dei suoi prodotti”. Secondo l’ex banchiere risulta quindi “un’idea che, se strutturata nel modo giusto, eviterebbe alcune dipendenze agro-alimentare e darebbe nuovo impulso al settore agricolo italiano che è eccellenza nel mondo”. In tal senso, potrebbe beneficiarne soprattutto la coltivazione dello sfusato amalfitano: “In questo momento – conclude – la coltivazione dei terrazzamenti incolti, risponderebbe anche all’esigenza di evitare un ulteriore abbandono agricolo, per via della crisi economica. Un’eventualità quest’ultima che avrebbe delle conseguenze anche per l’equilibrio idrogeologico del comprensorio. L’abbandono dei terreni agricoli va scongiurato perché i processi produttivi agricoli non sono di facile ripristino produttivo”.

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