Dopo la fine della quarantena: Obbligo mascherine, distanza di un metro e non ad attività di gruppo

Anche dopo la fine della quarantena, dovremo portare le mascherine e rispettare le distanze. Dovremo convivere con il coronavirus, adottando delle misure che pian piano consentiranno l’uscita dall’emergenza. «Come in un periodo di guerra, occorre avere piena coscienza dei rischi: non è il caso di avere fretta, non è auspicabile che tutta l’Italia diventi la Lombardia», avverte Alberto Villani, primario di Malattie infettive dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e componente del Comitato tecnico scientifico chiamato a mettere a punto la «fase 2».
Sono diversi al momento gli scenari ipotizzati e l’imperativo dunque deve continuare a essere «restiamo a casa»: è necessaria massima cautela in modo da evitare un’altra ondata di contagi tipo Hong Kong. Come procedere, in base alle linee guida, è indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità; nella pratica, un modello può diventare Pechino alle prese con un lento ritorno alla normalità. E con una riapertura delle attività graduale, «che potrebbe essere differenziata per province e regioni proprio in base all’andamento dell’epidemia, in Campania probabilmente a maggio», ragiona Giuseppe Campanile, componente del Consiglio superiore di sanità e docente della Federico II.
AL LAVORO
A eccezione di Wuhan, i cinesi sono tornati a lavoro: tutti devono, però, indossare la mascherina. Questo dispositivo di protezione nell’intero Paese è ritenuta indispensabile a prescindere dalle distanze di sicurezza osservate con rigore. Bene i guanti monouso, attenzione massima all’igiene con il lavaggio frequente delle mani, disinfettando gli oggetti a rischio contaminazione (dallo smartphone alla tastiera del pc). Tra le altre prescrizioni all’esame anche in Italia, la sanificazione periodica degli ambienti, oltre all’installazione di contenitori con gel igienizzanti ovunque. Sconsigliato l’uso delle macchinette del caffè, no a contatti ravvicinati in ascensore. Un’ipotesi è il rientro a lavoro dei giovani, con i più anziani e fragili in smart working o presenze in ufficio a rotazione per evitare il sovraffollamento. Un’altra possibilità caldeggiata dagli imprenditori e sostenuta innanzitutto nel Veneto consiste nei test di massa per individuare chi ha sviluppato gli anticorpi alla malattia, magari in modo asintomatico. «Il problema si risolverà con il vaccino oppure con l’immunità di gregge che si andrà a creare con il tempo, considerando che l’incidenza della patologia potrebbe essere già dieci volte superiore a quella nota», afferma Campanile.
SHOPPING E NEGOZI
Ingressi distanziati come avviene al momento negli alimentari e nei supermercati. «In base anche alla volumetria dei negozi», spiega Angelo D’Argenzio, direttore dell’osservatorio epidemiologico in Campania e componente dell’unità di crisi regionale. Attenzione massima agli impianti di aerazione, anche negli esercizi sanificazioni periodiche con l’esposizione della certificazione. In Cina provvedono pure a misurare la temperatura corporea prima di ammettere i clienti.
JOGGING E ALTRI SPORT
Sì alla riapertura dei parchi e alle passeggiate, ma anche all’aperto distanze tra persone da rispettare. «Jogging mai di gruppo, questo è inevitabile», precisa D’Argenzio. Nei circoli sportivi, priorità agli atleti e agli agonisti per gli allenamenti. «Più problematico far ripartire il campionato di calcio, e comunque prevedendo partite a porte chiuse», ragiona Campanile. In Cina le palestre sono di nuovo accessibili, sempre indossando la mascherina e rispettando le altre prescrizioni, ma la gente ha paura di contrarre l’infezione e preferisce fare ginnastica a casa.
BAR E RISTORANTI
In fondo alla lista delle riaperture, i luoghi più affollati come discoteche, pub, sale convegni, ma anche bar e ristoranti. La distanza tra i clienti non può che essere di almeno un metro e mezzo, anche due, sia tra i tavolini, sia per le aree comuni. Probabile una ripresa più rapida dei servizi di consegna e asporto. Ipotesi «take away», servizio consegna anche per il caffè sull’esempio di altre città come Sidney.
AL CINEMA E A TEATRO
Allo studio una ripresa parziale, lasciando due o tre poltrone vuote tra uno spettatore e l’altro: una misura in realtà adottata già a marzo scorso in Italia, prima che scattassero le ulteriori restrizioni. L’allentamento di queste misure non può comunque essere immediato, del resto in Cina cinema e teatri sono ancora chiusi dopo mesi.
SCUOLE
«Al momento non si parla di ritorno a scuola, perché se è vero che i bimbi contraggono la malattia in forme più leggere, nulla esclude che siano veicolo del virus per anziani. Ecco perché è necessario prevedere tempi più ponderati», spiega Villani, che ricorda le indicazioni già date a usare aree comuni condominiali, terrazzi e cortili, per far fare ai più piccoli attività motorie.
IN OSPEDALE
Occorre aspettare almeno tre mesi per far rientrare la super-richiesta di posti in terapia intensiva dedicati al Covid-19, come calcolato dai ricercatori di «Scienza in rete», applicando dei modelli di simulazione ai dati nazionali del sistema di sorveglianza della Protezione civile. Previsto un fabbisogno di 7298 letti in rianimazione in tutta Italia, di cui 518 in Campania, cui si aggiungono i letti di sub-intensiva (con maggiori carenze nella regione). Da potenziare nelle prossime settimane ulteriori servizi dedicati ai pazienti, dalla dialisi all’emodinamica e alla riabilitazione respiratoria. Necessaria una rete territoriale attrezzata, coinvolgendo i medici di famiglia, per gestire le terapie a domicilio.
VIAGGI
Spostamenti limitati per motivi di lavoro o di salute. Termo scanner negli aeroporti, ci sono compagnie che, per imbarcare i passeggeri, già oggi richiedono il certificato negativo del tampone. E tanti Paesi hanno cancellato i voli; un intero continente, l’Australia, ha chiuso direttamente le frontiere. In Cina sono scattate restrizioni anche per gli stessi cittadini che si trovano all’estero: per rientrare devono fare domanda all’amministrazione della propria città, chiedendo l’autorizzazione.

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