Torre di Punta Scutolo. La meraviglia architettonica che affaccia su tutta la Costa di Sorrento, ma non solo

Sorge in località Punta la Guardia, ma è conosciuta come Torre Punta Scutolo. Si tratta di una delle meraviglie architettoniche d risalente all’ 800 ad opera della famiglia Cosenza, che da fine ‘700 ne detiene ancora il patronato. Il panorama è a dir poco unico, dal Capo di Sorrento a Capri ed il Vesuvio. Uno scenario mozzafiato, che quasi riporta indietro nel tempo.

torre punta scutolo

Pubblichiamo per i nostri lettori,  per gentile concessione dell’Avv. Francesco Saverio Esposito, una inedita ricerca storico-architettonica sulla Torre di Punta Scutolo, un gioiello architettonico in un luogo di rara bellezza, appartenente al demanio, abbandonato da anni per incuria dei pubblici amministratori.

“La Torre di Punta Scutolo o di via Punta La Guardia (e’ il nome della pedonale che, partendo dall’attuale Hotel Torre Barbara sulla statale Sorrentina, raggiunge, attraverso un percorso di straordinaria valenza paesaggistica, il centro di Seiano), come appare nella sua attuale conformazione ,è opera dell’ultima ricostruzione risalente alla fine dell’800 ad opera della famiglia Cosenza entratane in possesso nell’ultimo scorcio del XVIII secolo .

La torre ,posta sull’omonimo promontorio nel casale di Montechiaro, è menzionata per la prima volta in una lettera di Carlo I d’Angiò del 19 aprile del 1277. In seguito ristrutturata e trasformata nella seconda metà del 500 ,in periodo vicereale , allorquando gli Spagnoli edificarono , per parare il pericolo delle incursioni dei pirati barbareschi, lungo tutta la costa del vicereame una serie di torri di avvistamento .
Nel 700 era ,tuttavia, già semidiroccata come segnala un documento di cui ho estratto copia, alcuni anni fa ,dall’archivio notarile di Napoli.
All’epoca alla torre (diruta) era annesso un fondo notevolmente esteso con annessa casa padronale e cappella gentilizia edificata nel 1714 da tale Dottor Fisico ( era questo l’appellativo dei medici nel XVIII” secolo) Giuseppe Bellobuono di Somma Vesuviana . La famiglia Bellobuono aveva numerose proprietà anche a Napoli. .
Nel 1796 i fratelli Andrea e Ciro Cosenza , con atto per notar Biagio Massa del 17 aprile 1796 , acquistavano dai Bellobuono , versando loro 5.000 ducati d’argento, l’intero fondo , esteso circa 40-50.000 mq, compreso il rudere della torre e la cappella gentilizia. Tutt’ora la cappella gentilizia è in possesso di un ramo della famiglia Cosenza che dalla fine del 700 vi ha esercitato ininterrottamente il patronato.

I Cosenza, una famiglia presente nel casale di Montechiaro fin dal 500 , come affiora dai registi parrocchiali, avevano fatto fortuna tra 600 e 700 ( ma soprattutto nel 700) con la coltivazione del gelso e l’allevamento del baco da seta . Il che aveva dato vita ad una fiorentissima produzione di seta lavorata direttamente in loco in un opificio ubicato lungo via Calvania , poco distante dall’attuale Hotel Torre Barbara. L’antico edificio ,oggi trasformato ad uso residenziale, proprio in relazione alla sua originaria destinazione, era meglio noto come la “Filanda”.

Si trattava della più importante fabbrica di seta della penisola che impiegava fino a 35 dipendenti con 12 fornaci producendo 500 diversi tipi di tessuto( fonte relazione al Piano regolatore del Comune di Vico Equense ). E ,peraltro , la raffinata accuratezza di taluni arredi della Congrega del SS. Rosario della Frazione Montechiaro credo testimonino di quanto fosse florida tale attività.

Dall’atto del Notaio Biagio Massa , che aveva studio nel Piano di Sorrento (dove ha rogato atti dal 1759 al 1810), emerge,poi, con assoluta certezza come la torre fosse a quell’epoca già in parte diroccata . A fine 800 ,dopo annose dispute tra diversi rami della famiglia Cosenza (alcune, per il possesso della cappella gentilizia, definite dal Consiglio di Stato nel 1898), un ramo provvide a ricostruire la torre dandole l’aspetto esteriore che oggi appare dalle recenti foto. Ovviamente la sua funzione non fu più militare . La struttura, che nella parte sottostante ospitava anche delle cucine, divenne,con l’area circostante , luogo di svago all’aperto di Giovan Battista Cosenza e della sua famiglia. Nell’attuale stato , per quanto ne abbia ricordo, avendo trascorso a Montechiaro la mia infanzia , versa da almeno 60 anni. Il posto è unico e fantastico ,probabilmente uno di quelli paesaggisticamente più stupefacenti di entrambe le costiere, Purtroppo o per fortuna non eccessivamente conosciuto”.

Un vero spettacolo e capolavoro dell’architettura, insomma, per il quale ci si augura che vengano prese in considerazioni le dovute misure per tutelare il simbolo di un paesaggio unico.

torre punta scutolo

Telestreet Arcobaleno

Commenti

Translate »