Penisola sorrentina. Attività turistiche in crisi: ecco come gli imprenditori hanno affrontato l’emergenza

Molti in Penisola sorrentina lavorano nel settore turistico. Bar, ristoranti, hotel e negli anni recenti è tutto un fiorire di attività extra alberghiere quali case vacanze e b&b, al punto da rendere molto ardua la ricerca di una casa per i residenti.
Adesso è tutto fermo. Le attività sono chiuse e persino la cosa più banale del nostro quotidiano, come prendere un caffè al bar o mangiare la pizza al ristorante, ci viene negata.
Personalmente, essendo io stessa proprietaria di una casa vacanza e lavorando nel settore immobiliare, mi preparavo già ad accogliere i miei ospiti coi quali nei mesi scorsi avevo solo interagito via chat. Me li ero immaginati, potevo già pregustare il giorno del loro arrivo, quello in cui li vedi dal vivo e li riconosci, dopo averne visto solo una foto sul sito delle prenotazioni.
Mostri loro la casa, li accogli, dai loro il benvenuto. Dai indicazioni su come funziona l’aria condizionata, dove sono gli asciugamani in più, qual è la pizzeria più vicina e cosa visitare in base a quanto tempo soggiorneranno.
I primi ospiti sarebbero dovuti arrivare l’11 e restare un mese, in piena emergenza, quando tutto stava iniziando, o meglio, quando abbiamo preso piena coscienza del nemico che ci stava attaccando e siamo corsi ai ripari.
Ho dovuto cancellare la loro prenotazione, “mandarli a casa”. Potrei dire che di aver perso immediatamente un sacco di soldi, ed è vero, ma la cosa che più mi ha segnato è che, invece, ho dovuto abbandonarli, respingerli: l’esatto contrario di quello che prevede il mio lavoro di host. Il loro “we have no place” (non sappiamo dove andare) mi riecheggia ancora adesso nella testa. Ma non c’erano alternative se non quella di rivolgersi al loro consolato.

Da molti, la gestione di una casa vacanza è vista come un modo per fare soldi senza fatica. Chi lo fa bene e con passione, invece, sa che è un vero e proprio lavoro che, nonostante sia una buona fonte di guadagno, ti dà anche la possibilità di incontrare persone provenienti da tutto il Mondo, ascoltare le loro storie e, al contempo, dà a te la possibilità di far conoscere a loro le bellezze del nostro territorio.
L’improvviso stand by di questa attività non solo ci sta penalizzando dal punto di vista degli introiti – guadagni che comunque contano, e ai quali i 600 euro stanziati dal governo potranno sopperire solo in maniera marginale – ma stiamo anche perdendo opportunità, pezzi di vita e di esperienze.

Mi manca fare l’host e mi mancano i miei clienti.
Qualche giorno fa ricevo un messaggio dagli Stati Uniti, una coppia che avevo ospitato presso la mia struttura nel mese di settembre. Erano preoccupati, volevano sapere come stavamo. Eppure sono stati da me solo tre giorni. Mi ha confortato, ho pensato a quanta umanità ci fosse in giro, che in fondo se siamo brave persone e facciamo bene il nostro lavoro. Lasciamo e riceviamo qualcosa in più del semplice compenso economico.
A tutti quelli che, come me, hanno bellissime case vuote, non abbiate timore, presto le vostre case saranno nuovamente abitate da persone e nelle stanze riecheggerà il suono di tante lingue straniere, di corse e di risate.

di Antonella Pascucci

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