La buona comunicazione contro il virus, Martella: Informazione corretta indispensabile

‘Tutti facciano propria parte contro fake, uniti si vince”

“Sin dall’inizio di questa drammatica vicenda ho fatto appello ai cittadini a informarsi esclusivamente attraverso i siti ufficiali del governo, delle istituzioni sanitarie, le testate giornalistiche nazionali e locali e le agenzie di stampa, perché in momenti come questi l’accreditamento delle fonti, la professionalità degli operatori dell’informazione, la completezza e la credibilità dei contenuti informativi fanno la differenza”

A dirlo, in un’intervista all’ANSA, è il sottosegretario all’Editoria Andrea Martella.
Perchè avete deciso di tenere aperte le edicole? “In un’emergenza sanitaria di queste proporzioni l’informazione è un indispensabile servizio ai cittadini, ma essa stessa è una parte della strategia di contrasto del virus e la responsabilità di non sbagliare cura ricade su tutti: sul cittadino che sceglie come deve informarsi e sul sistema dell’informazione che deve riuscire ad affermare la sua autorevolezza. E’ per questa ragione che abbiamo ritenuto che tutta l’attività della filiera editoriale fosse da considerare non oggetto delle restrizioni, perché i centri stampa e i giornalisti continuassero a svolgere la propria attività con la necessaria prudenza e le edicole rimanessero aperte, nel rispetto delle distanze, come presidio dell’informazione. In questo senso i giornali sono da considerare un bene pubblico per le democrazia, tanto più nei momenti di difficoltà come quello attuale perché offrono strumenti per comprendere la realtà”.
Purtroppo in questa emergenza si moltiplicano le fake news.
Cosa si può fare per contrastarle? “Penso che sia necessario che tutti, compresi i grandi operatori del web, facciano la loro parte per isolare le fake news che giocano contro l’interesse collettivo. Un’informazione corretta e affidabile è uno strumento per lottare contro le notizie false, che vanno contrastate con rigore, perché rischiano di far venire meno la fiducia nelle eccellenze italiane nel campo sanitario. I cittadini devono anche fare attenzione a quello che gira su chat e social network, perché c’è il rischio di diffondere notizie che possono creare cortocircuiti e caos. Giustamente, i giornali dedicano tante pagine ai provvedimenti del governo e alle necessarie precauzioni e si impongono, insieme alle agenzie di stampa, come servizio pubblico essenziale.
Il settore dell’informazione sta soffrendo per il crollo della pubblicità. Come pensa di muoversi il governo? Nell’ultimo periodo il governo ha già dimostrato forme di attenzione al sistema editoriale che ha sofferto negli ultimi anni e ha bisogno di essere accompagnato in questa traversata nel deserto. Stiamo definendo nuovi interventi organici nel provvedimento Editoria 5.0, che contiamo di presentare in tempi brevi, e alcune misure specifiche spero che vengano attuate già nel prossimo decreto sull’emergenza per giornali, media e tv pubbliche locali.

Come giudica e cosa chiede alla Rai e alle altre emittenti? Credo che la scelta di evitare il pubblico nelle trasmissioni sia giusta e naturalmente penso che la tv di stato e tutte le tv locali debbano innalzare il più possibile la propria missione di servizio pubblico, sentendosi parte fondamentale nella battaglia contro il virus.
L’Italia non può fare a meno dell’Europa…

    L’Italia è sempre uscita dalle crisi peggiori dando le prove più belle di sè quando ognuno, dai singoli cittadini alle alte cariche dello stato, ha saputo mettere sopra ogni cosa l’interesse nazionale.

Chiediamo anche un ruolo forte dell’Europa che deve fare la propria parte. L’auspicio è che in questa nuova e comune emergenza l’Europa torni a pensare e ad agire in grande”.
Come pensa che usciremo da questa emergenza? La lotta al coronavirus va immaginata con tante task force che scendono in campo. Lo stato e le regioni che devono essere la catena di comando, chi è in prima linea che non finiremo mai di ringraziare, come medici, esperti e farmacisti, l’informazione e tutti i cittadini che devono assumere comportamenti responsabili. Tutti uniti possiamo farcela”.

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