Covid Centre di Boscotrecase. Corsa contro il tempo per allestire posti letto. Un medico a Repubblica “Lazzaretto”.

Boscotrecase ( Napoli ) Il centro per il Coronavirus Covid.19 è al centro dell’attenzione dei media per gravi problemi e continua a lavorare, ovviamente si fa di tutto per procurarsi materiale e posti letto, ma è una improba corsa contro il tempo, riguarda a noi perchè li vengono ricoverati dalla Penisola Sorrentina da Sorrento a Castellammare di Stabia di cui ci occupiamo. Sotto l’intervista a Repubblica di un medico che parla di “Lazzaretto”

«Abbiamo voluto incontrare personalmente la direzione generale dell’Asl Napoli 3 Sud, la direzione sanitaria dell’Ospedale Sant’Anna e Madonna della Neve di Boscotrecase, una rappresentanza di medici, anestesisti, infermieri, operatori sanitari e rappresentanze sindacali della struttura ospedaliera trasformata da qualche settimana in Covid Center» è quanto affermano in una nota congiunta Mario Casillo, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale della Campania, e i sindaci di Boscotrecase e Torre Annunziata, Pietro Carotenuto e Vincenzo Ascione.

All’incontro tenutosi presso la sala riunioni dell’Ospedale di Boscotrecase erano presenti il direttore Generale dell’Asl Napoli 3 Sud, dottor Gennaro Sosto, il direttore dell’azienda sanitaria, dottor Gaetano D’Onofrio, il dirigente dell’azienda sanitaria, dottor Savio Marziani, il direttore sanitario dell’Ospedale, dottor Ferdinando Siani, il suo vice, dottor Adriano De Simone, oltre ad una rappresentanza del personale medico, infermieristico e sindacale della struttura ospedaliera.

«La conversione dell’Ospedale in Covid Center è stata un’operazione non semplice, effettuata in tempi rapidi per far fronte alla situazione di emergenza che viviamo in tutta Italia. Le attività, nonostante le difficoltà, stanno proseguendo celermente. Come confermato anche dai medici, l’allestimento della struttura prosegue senza sosta e anche le attrezzature che stanno confluendo sono all’avanguardia e tecnologicamente avanzate» spiegano i tre esponenti politici.

«Continuano senza sosta i lavori per l’allestimento di altri 40 posti letto di sub intensiva con la dotazione di altrettanti ventilatori, molti dei quali sono già arrivati e in funzione. Inoltre è stata già bandita la gara da 3 milioni di euro che verrà aggiudicata entro il 31 marzo, per permettere già dall’1 aprile l’inizio dei lavori per realizzare altri 12 posti di terapia intensiva. Un reparto che andrà a integrare l’attuale numero di terapie intensive che in tutta l’Asl Napoli 3 Sud è di 20 unità».

«Per quanto concerne il blocco dei ricoveri la situazione è stata determinata esclusivamente dalla saturazione dei posti disponibili. Scelta operata dalla direzione sanitaria per continuare a garantire livelli adeguati di assistenza ai pazienti presenti nella struttura ospedaliera dove si sta somministrando il farmaco della cosiddetta cura Ascierto, tanto che fino ad ora si registrano 10 pazienti in via di guarigione. Smentendo categoricamente chi vuole disegnare scenari apocalittici e che in questo momento alimentano solo sterili e inutili polemiche».

Nel corso dell’incontro si è affrontato anche la questione sicurezza degli operatori, per i quali è partito lo screening che sarà esteso a tutto il personale. «Vogliamo rivolgere loro il nostro più vivo ringraziamento per lo straordinario lavoro che stanno portando avanti unitamente alla direzione generale e sanitaria. Come confermato dagli stessi sanitari e dalle rappresentanze sindacali quotidianamente arrivano 160 kit per gli 80 operatori impegnati che comprendono anche le mascherine ffp3. La direzione generale ha assicurato che saranno predisposti anche tutti gli accorgimenti per garantire la totale sicurezza per gli operatori in entrata e uscita, con l’implementazione dei percorsi di vestizione».

«Infine si provvederà fin da subito a intensificare un duplice canale comunicativo: il primo tra la direzione sanitaria e i familiari dei pazienti per informarli del loro stato di salute, il secondo verso la popolazione sulle attività sanitarie svolte e che saranno affidate al sindaco di Boscotrecase che provvederà ad informare gli altri colleghi sindaci e la popolazione. La nostra azione di vigilanza sarà quotidiana nell’interesse esclusivo della collettività» continuano.

«Grazie allo sforzo della direzione sanitaria e all’abnegazione del personale ospedaliero che sta lavorando in maniera instancabile e al quale va il nostro più sentito ringraziamento, stanno dimostrando di fronteggiare al meglio questa criticità. Siamo sicuri che ne usciremo tutti più forti e più consapevoli delle nostre enormi potenzialità» concludono.

Questo era l’articolo di Repubblica di Conchita Sannino

 

È morto il paziente “1” della casa di cura di Ercolano che aveva fatto una piccola festa, a fine febbraio, per il suo compleanno. L’uomo aveva 73 anni e non è solo un altro nome che si aggiunge all’asettico bollettino della provincia di Napoli. La dolorosa notizia crea una doppia scia di allarme sul territorio.

Da un lato, ci sono altri tre suoi compagni di degenza già ricoverati in vari ospedali e occorrerà valutare misure di isolamento per la struttura “ Villa delle Camelie” e per gli operatori che hanno – finora – proseguito l’attività in forme più o meno consuete.

Dall’altro lato, emerge la situazione di “ carenze” e “ gravi problematiche” del presidio di Boscotrecase, appena trasformato – forse con precipitoso annuncio ufficiale – in Covid Hospital. È di ieri infatti la nota che una trentina di operatori sanitari dell’ospedale hanno inviato al direttore sanitario aziendale, al manager della Asl Napoli 3 Sud e al responsabile Risk Management della stessa Asl.

Il tono è collaborativo e concreto, la sostanza preoccupante. Stando a ciò che scrivono i medici e gli infermieri, mancano personale, macchinari e persino farmaci. Un vero e proprio squarcio oltre il livello delle rassicuranti ( volenterose ) promesse. « Consapevoli della situazione di grave crisi che coinvolge il Paese e nello specifico anche la nostra Asl, certi che la direzione strategica abbia già approntato un piano per risolvere queste criticità » , è la premessa degli operatori, «si è voluto qui esporre» la lunga lista di mancanze « del reparto di Terapia Intensiva » : cioè il reparto cuore del Covid Hospital, che dovrebbe strappare alla morte gli ammalati gravi di Coronavirus. Una serie di buchi nell’approvviggionamento e organizzazione che « espongono a gravi rischi sia i pazienti sia il personale a loro dedicato ».

In sintesi: «non c’è personale sanitario » a sufficienza e adeguatamente preparato per la Rianimazione; « non ci sono monitor, pompe infusionali, sistemi di aspirazione a circuito chiuso, sacche per nutrizione » . Non ci sono , ancora, « farmaci antivirali, antibiotici, eparina
a basso peso molecolare, nutrizione enterale e parenterale».

Seguono una trentina di firme tra cui quelle dei medici Ivan Zeffiro Iovino, Adele longobardi, Lucia Iovino, Micol Consiglio, Carlotta Iacono.
Un quadro molto critico cui si aggiunge la testimonianza di un medico di famiglia che denuncia la storia di un tampone, evidentemente sbagliato, che rischia di danneggiare una famiglia del vesuviano. «Un mio paziente , che aveva ottenuto un tampone dopo un’attesa lunghissima di 13 giorni – sottolinea il medico di base e pneumologo Paolo De Liguoro – nonostante la sofferenza e la febbre aveva poi gioito nel sapere che l’esito era negativo. Ma le sue condizioni sono peggiorate. Sono finalmente andato a visitarlo, per fortuna con tutte le protezioni : e dopo la Tac, abbiamo avuto la conferma che è affetto da una polmonite bilaterale interstiziale. Purtroppo ora avremo bisogno di un nuovo tampone. Ma turba l’idea dei “ falsi negativi”‘ che possono moltiplicare i contagi».

Oggi è stato intervistato  un medico che ha parlato di lavorare in un lazzareto.. Speriamo he le cose cambino dopo oggi

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