Costa d’Amalfi, c’era una volta l’ospedale di Pogerola: storia di sprechi e malasanità (che paghiamo oggi)

Quanto stiamo vivendo oggi, ci fa riflettere profondamente sulla dotazione di strutture e infrastrutture sanitarie in Costiera Amalfitana. L’Italia sta pagando in questo triste momento i tagli alla sanità, che hanno ridotto i posti letto rispetto a nazioni come Germania o Francia: il report della Fondazione Gimbe parla infatti di 37 miliardi di euro decurtati alla spesa sanitaria in dieci anni, 3,2 posti letto per mille abitanti contro i 6 dei cugini transalpini e gli 8 dei tedeschi. Purtroppo tanto rigore, non è altro che la conseguenza dell’allegro sperpero che è stato fatto durante la Prima Repubblica e che ora le nostre generazioni devono pagare a caro prezzo, soprattutto in un emergenza globale come quella attuale.

Nella ridente Costa d’Amalfi, a partire dagli anni Sessanta a Pogerola di Amalfi furono individuate una serie di opere pubbliche di mastodontiche dimensioni, che si sono rivelate poi degli autentici flop su tutto il fronte, tra spreco di denaro pubblico “buttato” in carcasse di cemento armato, servite solo a dilaniare il paesaggio della Divina. Oltre al famoso “Sacco di Pogerola”, con gli scheletri delle 250 residenze che guardano al sole ed attendono immobili di essere abbattuti, merita una disanima l’incredibile storia dell’Ospedale “San Michele” di Pogerola. Una vicenda di sperpero di risorse pubbliche, con un’infrastruttura che è costata alla collettività oltre 24 milioni di euro: in compenso la Costiera non ha mai avuto il suo ospedale, nonostante le attrezzature all’avanguardia e l’assunzione di personale medico e paramedico non è mai entrato in funzione.

L’opera fu portata quasi a completamento nel 1992, ma negli anni Ottanta fu addirittura costituito l’Ente Ospedaliero San Michele, con tanto di finanziamenti che consentirono l’espletamento dei concorsi per l’assunzione di personale sanitario, amministrativo e tecnico, facendo ottenere a questo presidio ospedaliero anche l’etichetta di “Fabbrica di Primari”: in interrogazioni parlamentari del 2000 si parlava di “concorsi di primariati i cui vincitori venivano poi trasferiti altrove”, altro record negativo del San Michele fu infatti l’assunzione di otto primari nel decennio 1983-1993 sotto la gestione dell’allora Ministro della Salute Francesco De Lorenzo.

Cosa è stato tolto ai cittadini costieri? Una struttura per cui sono stati spesi mezzo miliardo di lire per posto letto, all’interno di quattro piani affacciati sul mare e circa cinquanta stanze, con sale operatorie, costose apparecchiature pediatriche e radiologiche, ma anche una rampa per il pronto soccorso non adeguata per l’approdo delle ambulanze. I furti, il vandalismo e l’usura del tempo hanno completato l’opera di abbandono dell’Ospedale di Pogerola. Dopo litri d’inchiostro e servizi di Striscia la Notizia dedicati a questa storia di sprechi e malasanità, una parte di questo edificio è ora ridotto a deposito di materiale del Comune di Amalfi. Il presidente del Tribunale del Malato Andrea Cretella in passato ha avanzato anche la proposta di riconvertire la struttura in residenza per anziani, ma a distanza di sessant’anni questa storia rimane ancora una ferita aperta per la Costiera, con un comprensorio che deve ripiegare sul modesto ed essenziale presidio di Castiglione di Ravello.

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