Ravello. Quarantanove anni fa moriva il sindaco Lorenzo Mansi

Ravello. Quarantanove anni fa moriva il sindaco Lorenzo Mansi. Nacque a Scala il 20 luglio del 1907 in una famiglia agiata dedita all’industria del legno, un settore molto attivo dell’economia all’epoca . La Costiera ai tempi del suo mandato politico era segnata dalle due guerre ed il lavoro per un amministratore non mancava di certo. Scuole nelle case, assenza di elettricità, vie pubbliche in condizioni pessime, nessuna strada rotabile per Torello, Monte Brusara, Casa Rossa, per Sambuco. Compiì gli studi ad Amalfi e presso la Badia di Cava che formò la classe politica, amministrativa e professionale dell’epoca.

Rientrato in famiglia iniziò a lavorare nell’attività di famiglia e ricoprì la carica di segretario del PNF (Partito Nazionale Fascista). Fu commissario prefettizio dal 20 giugno 1942 al 7 settembre 1943. Un incarico pari a quello di Podestà che veniva nominato con lo stesso procedimento. Gli venivano attribuite le stesse funzioni che erano state del sindaco , della giunta e del consiglio comunale ma indossando la camicia nera che era un obbligo a quel tempo. La durata del mandato di tale figura dipendeva dagli umori del segretario politico locale o dai gerarchi nazionali e provinciali. Ma Don Lorenzo Mansi non si farà mai ricordare per azioni di violenza. Nel 1943 si sposò con Antonietta Amendola con cui ebbe tre figli Luigi, Angela e Plinio. Nel 1948 fu eletto sindaco con la lista civica “Il Campanile”

La moglie del sindaco era una donna dolce che era sempre accanto al marito che dormiva poco e accoglieva fin dall’alba i cittadini che si recavano da lui per avere un certificato, un documento impossibilitati a recarsi al municipio ma anche per un consiglio, una confidenza. Una grande donna insomma accanto ad un grande uomo sempre presente. La sua carriera politica fu ricca di riconoscimenti essendo anche ambizioso ma Lorenzo fu soprattutto un uomo generoso, tenace che non si fermò di fronte agli ostacoli. Si distingueva inoltre per la capacità oratoria e non rinunciava mai alla giacca e cravatta. Al pensiero faceva seguire l’azione, procurandosi contributi per il suo paese nei suoi viaggi a Roma. Tra i suoi meriti ma di cui non esiste traccia, vi fu quello di evitare che Villa Cimbrone e Ravello stessa fosse oggetto di bombardamento.

Dispose quindi il trasferimento nella Villa di bimbi irpini ospiti di un orfanotrofio, riservandole una tutela riconosciuta dai trattati internazionali. Appena eletto sindaco rimediò dai danni causati dalla cementificazione di Viale Wagner per permettere il transito in auto del Re Vittorio Emanuele III dalla piazza alla Villa. Lorenzo Mansi decise di non iscriversi ad alcun partito ma costituì la lista civica “Il Campanile” con la quale operò fino al 1970. Evitò rivelando grande abilità la scissione di Castiglione dal comune di Ravello. Il sindaco ebbe a cuore anche il problema scuola e d’istruzione segnato da un alto tasso di analfabetismo. L’obiettivo della sua amministrazione fu di operare con abnegazione nell’interesse della collettività trascurando anche la vita privata.

Il turismo in quegli anni incomincia a svilupparsi e la fama della Costiera cresce. Negli anni cinquanta ancora si avverte la carenza di infrastrutture ma prevaleva uno spirito di ottimismo. Lorenzo Mansi comprende che doveva puntare sulla promozione turistica con eventi di richiamo internazionale. Propose in questa ottica una azienda turistica autonoma per Ravello, separandosi da Amalfi, rivendicando le esigenze di Amalfi e Ravello all’Ente provinciale per il turismo di Salerno. Con una lettera firmata da tutti i sindaci costieri al presidente del comitato parlamentare salernitano sottolineò l’importanza di opere quali fognature, strade, acquedotti.

Ma fortemente voluta da Lorenzo Mansi fu la strada Ravello- Chiunzi per la quale compì diversi viaggi a Salerno, Roma, Napoli. Una opera necessaria per lo sviluppo economico e turistico della città della musica.

Purtroppo però  questa arteria non riceve ai nostri giorni attenzione e la cura che meriterebbe ma questa   storia appartiene ai nostri giorni.  Realizzò poi il collegamento tra Via Lacco con Piazza Fontana e Toro per i cui lavori vennero impiegati dei disoccupati iscritti nelle liste di collocamento a carico dello Stato. Le esigue risorse comunali diversamente non sarebbero state sufficienti per il suo completamento. Utilizzò in questo caso con lungimiranza la formula del cantiere scuola.

Ma più di tutto Lorenzo Mansi comprese il clamore mediatico che la first lady Jacqueline Kennedy poteva suscitare con il suo soggiorno a Ravello a Palazzo Episcopio. Le conferì la cittadinanza onoraria e si fece con lei fotografare. Nessun personaggio che ha visitato la città costiera , sottolineò il sindaco nel suo discorso per il conferimento della onorificenza, suscitò l’ondata di  gioia e simpatia come la moglie del Presidente americano John Kennedy. Non trascurò inoltre” i gioielli” della città della musica: Villa Rufolo e Villa Cimbrone e si dedicò ad una proposta di legge da presentare in Parlamento “Provvedimenti per la salvaguardia  e la tutela di Villa Rufolo e Villa Cimbrone in Ravello” di cui l’onorevole Cattaneo Giannina fu prima firmataria e relatrice.  Solo alla fine di ottobre del 1970 per motivi di salute cesserà di partecipare alle riunioni di Giunta e del consiglio comunale. Il malore che lo colpì il 16 febbraio del 1971 purtroppo non gli lasciò scampo. La sua scomparsa prematura però non gli impedì di lasciare segni tangibili della sua attività amministrativa.

Inoltre, il sindaco Salvatore Di Martino propone l’intitolazione della strada Ravello-Scala.

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