Peppe Tito su Pomeriggo Cinque “Orgogliosi del Capitano della Diamond Princess Gennaro Arma”. Sdrammatizza Coronavirus

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Meta ( Napoli ) . La città della Costa di Sorrento, Meta, e non Meta di Sorrento come stanno riportando tanti giornali nazionali e televisioni, che fa proprio duecento anni di stori questo 2020, alla ribalta della cronaca mondiale per un comandate coraggio , quel Gennaro Arma della Diamond Princess, la nave crociera, che è diventata una nave da incubo, un lazzaretto per il coronavirus ormeggiato in Giappone dal 5 febbraio. Giuseppe Tito più di altri conosce la ‘forza tranquilla’ del comandante. Non solo perché è suo amico d’infanzia, ma anche perché di Gennaro, nativo di Meta, è il suo sindaco. Molti raccontano del suo coraggio, della sua voglia di scherzare e tirare su il morale di tutti, è stato capace anche di sdrammatizzare il coronavirus e ha deciso di rimare fino alla fine, sarà l’ultimo a scendere dalla nave. Oggi in Tv su Meidaset a “Pomeriggio Cinque” il sindaco della città della Penisola Sorrentina ha dato risalto a questa vicenda che riempie di orgoglio i marittimi e la Campania.

“Come sto vivendo questi momenti? Con trepidazione, come tutti i miei concittadini. Confido che finisca presto e che Gennaro possa tornare a Meta. Ma vivo questi giorni anche con orgogliosa partecipazione”.

Lo ha sentito recentemente?
“Sì, ci siamo scritti due giorni fa, gli ho mandato alcuni whatsapp. Da allora le comunicazioni si sono fatte difficili”.

E cosa le ha detto?
“Che sta bene e sta andando avanti con assoluta tranquillità e determinazione”.

Che tipo è?
“È bravo, serio, ha fatto tanta gavetta. È un ragazzo speciale, il vanto della nostra comunità, uno dei fiori all’occhiello di Meta che si esprime nella ‘Casina dei Capitani’, una delle più antiche istituzioni della marineria italiana”.

State vivendo la celebrità di Arma anche come un riscatto, dopo i graffi subiti con la storia di Schettino?
“Franco, il comandante Schettino, è un mio amico e noi a Meta abbiamo avuto una percezione diversa da quella di una parte della stampa e dell’opinione pubblica. Io stesso ho preso delle posizioni chiare, in controtendenza rispetto al giudizio generale. Ora Franco sta pagando e scontando la pena per quello che ha fatto. Ma allora ci fu un’esagerazione, un’amplificazione mediatica. È acqua passata, una vicenda alle nostre spalle e non abbiamo niente da cui riscattarci”.

Cosa direbbe se avesse Arma davanti a sé?
“Io, come Peppe Tito, gli direi: è un onore essere tuo amico. E come sindaco gli farei i complimenti per la semplicità con cui ha affrontato un’emergenza del genere. Eroe? Penso che lui non vorrebbe essere considerato tale, è una persona di grande spontaneità e candore, ma con una tempra di acciaio. Ogni volta che ci siamo incontrati lui ha sempre sostenuto che il ruolo del comandante è quello di mantenere la calma mentre intorno c’è tempesta. Un condottiero, ma guaio a dirglielo, si arrabbierebbe. Mi ha sempre raccontato: quello che desidero di più nella vita è di essere un uomo normale, una persona tranquilla che la domenica va in barca fino a Sorrento”.

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