Oggi il ricordo delle Foibe 77 anni dopo la tragedia

La memoria delle vittime delle foibe e degli italiani costretti all’esodo dalle ex province italiane della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia è un tema che ancora divide. Oggi, 77 anni dopo, quelle persone meritano, o meglio, esigono di essere ricordate.

Si tratta di profonde spaccature naturali del terreno rintracciabili presso le montagne del Carso, in Friuli. Le foibe furono il palcoscenico di un orrendo spettacolo che si svolse tra il 1943 ed il 1945: migliaia di uomini furono gettati all’interno di queste fosse, un numero inestimabile di innocenti morirono senza dignità all’interno di questi solchi che accolsero i loro corpi senza vita.

Tutto ciò accadde perché nei primi vent’anni del 1900, e tutt’oggi, nella regione del Friuli vivevano persone appartenenti ad etnie differenti: italiani e slavi (quest’ultimi si possono poi ulteriormente dividere in croati, sloveni, serbi…); con l’instaurarsi del regime fascista in Italia, il governo di Mussolini attuò una politica di snazionalizzazione ed italianizzazione in questa zona del nostro paese; essa ebbe inizio nel 1922 con molteplici provvedimenti: l’impossibilità di parlare lingue differenti dall’italiano in ambito pubblico, per esempio; il governo impose, inoltre, di tramutare il proprio cognome slavo con un cognome italiano.

Commenti

Translate »