Concorsone Campania, la carica dei 100mila tra ritardi e ricorsi

Il concorsone della Regione Campania è (di nuovo) al palo, dopo il blocco della procedura Ripam con la sentenza della Quinta Sezione del Tar Campania. Oggi non si sono svolte le selezioni previste in calendario, gestite dal Formez, per l’assunzione di 950 unità nella Categoria D presso le pubbliche amministrazioni della Campania. Anche per i candidati alla categoria C per gli oltre 1225 posti, sembra prospettarsi una situazione analoga.

Questa settimana, nelle prime date delle prove, in tantissimi si sono presentati ai cancelli del Palapartenope, dopo aver impugnato il bando al Tribunale Amministrativo ed aver ottenuto l’ammissione “con riserva” alle selezioni, sollevando dubbi sulle modalità di svolgimento delle prove preselettive. Il 12 febbraio poi è giunta l’ordinanza del TAR che ha sospeso la prova scritta. Nel ricorso prodotto dallo Studio Legale Leone Fell & C., si è contestato il principio di anonimato delle prove.

I giudici amministrativi dovranno infatti esprimersi sulle modalità operative con cui Formez e la commissione Ripam hanno gestito il concorso, riponendo particolare attenzione per il rispetto dell’anonimato dei candidati, infatti secondo la tesi dei legali, si presume che vengono meno le garanzie di pari trattamento e valutazione oggettiva degli elaborati dei candidati. L’attesa di questo esame, prevista per il prossimo 6 ottobre, rischia di dilatare i tempi della selezione regionale.

La Regione Campania ha intanto fatto sapere nella serata di ieri di aver dato mandato all’Avvocatura per un ricorso al Consiglio di Stato, per chiedere la sospensiva sull’ordinanza del TAR. Il Governatore Vincenzo De Luca da Torre del Greco in conferenza stampa questa mattina ha rivelato che ripone fiducia in questa azione e che a marzo ci saranno le assunzioni dei 3mila laureati e diplomati campani, oltre all’assorbimento di chi ha conseguito l’idoneità in graduatoria. C’è quindi grande attesa intorno ai risvolti giudiziari di questa vicenda, visto che l’effetto dell’ordinanza potrebbe influenzare anche gli altri concorsi attivi su scala nazionale, come quello del Mibac e del Ministero della Giustizia.

Dopo i ritardi per le correzioni dei mesi scorsi, in cui Formez e la macchina della commissione interministeriale Ripam sono stati sanzionati dalla Regione Campania, la carica degli oltre 100mila candidati deve fare i conti con ricorsi e controricorsi, in un Paese estremamente cavilloso, ove il tasso di litigiosità è troppo elevato e spesso le selezioni pubbliche si arenano con le azioni di studi legali, che fiutano l’opportunità nel concorso di turno. Oltre al danno, c’è ovviamente anche la beffa, quando tali situazioni diventano terreno fertile per lo scontro politico, fomentando la frustrazione e cogliendo la rabbia della disoccupazione per scopi elettorali. Un insieme di fattori che spesso si traducono in un effetto scoraggiamento oltre che nella sfiducia nelle istituzioni.

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