Tirrenia, quale futuro per i lavoratori della sede di Napoli?

  • Napoli – E’ sempre molto sconfortante per noi del comprensorio stabiese sorrentino, ma anche partenopeo veder chiudere i battenti o perlomeno trasferirsi altrove una grande compagnia marittima qual’è Tirrenia perché siamo territorio ad alta vocazione marittima, e dal mare, da secoli traggono sostentamento migliaia di lavoratori. Il 2020 potrebbe essere per Napoli l’anno dell’addio di Tirrenia, alle prese con i “licenziamenti mascherati”, così li hanno ribattezzati i sindacati quelli che l’azienda chiama piani di “efficientamento e ottimizzazione della gestione delle risorse“. Per Tirrenia in sostanza saranno mille gli esuberi tra i marittimi, secondo quanto annunciato da CIN a dicembre, e dal primo maggio ci sarà la chiusura degli uffici di Napoli e Cagliari, già con “cazzimma” diaciamo noi napoletani, si è scelto il primo maggio festa dei lavoratori. Nel capoluogo campano si tratta di 60 persone, mentre a Cagliari si tratta di una sola persona. Per il 10 e l’11 febbraio l‘Unione Sindacale di Base ha proclamato uno sciopero generale degli amministrativi e dei marittimi. “Chiedere alle persone di trasferirsi in questo modo, per lo più a personale dipendente di una certa età, significa sostanzialmente chiedergli sacrifici impronibili“, secondo Amedeo D’Alessio, segretario generale Filt Cgil Campania. “È uno schiaffo alle maestranze napoletane – continua -, Napoli è la sede storica di Tirrenia e dovrebbe rimanerlo ancora. Gode di finanziamenti pubblici, ha un contratto con lo Stato. Per questo chiamiamo queste delocalizzazioni “licenziamenti mascherati”, perché sono decisi alla vigilia della scadenza della Convenzione“. A luglio, infatti, termina la Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento marittimo in regime di pubblico servizio con le isole maggiori e minori, in vigore dal 2012. Un “contratto” tra Stato e Tirrenia che, in cambio della continuità territoriale, – la garanzia delle corse anche fuori stagione, indipendentemente dalla convenienza economica -, le permette di usufruire di circa 72 milioni di euro di fondi pubblici annuali. Esprimiamo solidarietà ai lavoratori della Tirrenia e speriamo che lo Stato e le istituzioni si ricordino di loro e delle loro famiglie.
    a cura di Luigi De Rosa

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