TikTok nel mirino per violazione della privacy. Richiesta una task force europea

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TikTok è, soprattutto tra i più giovani, il social del momento. L’app, che ha avuto negli ultimi anni una impressionante crescita, consente di realizzare, condividere e guardare video  di lunghezza variabile tra 15 e 60 secondi, abbinati alla musica, di modificarne la velocità di riproduzione e di aggiungere filtri ed effetti. Indicata come l’erede di Musical.ly, è stata lanciata nel 2016, ma soltanto negli ultimi periodi, dopo l’acquisto da parte dell’azienda cinese ByteDance, gli iscritti sono aumentati a dismisura, raggiungendo i due miliardi. Aumentando gli utenti è, ovviamente, cresciuta anche la popolarità dell’applicazione. La conseguenza vede un accumularsi di critiche, legate non soltanto alla gestione dei contenuti, ma anche all’utilizzo dei dati degli iscritti, alle censure del governo cinese sui contenuti ed ai dubbi sull’utilizzo dei dati da parte dell’azienda. Quest’ultima è infatti in possesso di un algoritmo che riesce ad analizzare gli interessi e le preferenze degli utenti. Come se non bastasse, l’app si è ritrovata anche protagonista della cyberguerra tra USA e Cina, dal momento che il Comitato per gli investimenti esteri dei primi ha prodotto dei dossier per provare l’invio dei dati degli utenti iscritti a TikTok in Cina.

A questo punto, il social è finito nel mirino del Garante per la Privacy, che richiede a tutte le autorità dell’Unione Europea di costituire una task force. Il presidente dell’Autorità Garante, Antonello Soro, sottolinea come ci siano già state “alcune segnalazioni in merito alle possibili vulnerabilità che presenta questa app per smartphone e come anche altre Autorità, come l’Ico inglese e l’Ftc americana, abbiano già proceduto ad avviare indagini autonome”.

 

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