Piano di Sorrento . IL GRAN CAFFE’ MARIANIELLO – 175 ANNI foto

Piano di Sorrento. Riproponiamo il bellissimo post di Ciro Ferrigno

IL GRAN CAFFE’ MARIANIELLO – 175 ANNI.

Il Palazzo Maresca con le superbe arcate che prospettano su Piazza Cota fu edificato nel 1844, quando non esisteva ancora la piazza, tanto che l’ingresso era ed è sul Corso Italia all’epoca chiamato Via Provinciale. Risale a quell’anno l’apertura di quello che sarebbe diventato il Gran Caffè Marianiello. A conti fatti l’esercizio compie ben 175 anni, ponendosi tra i Caffè più antichi d’Italia, a fianco di quelli delle grandi città, dove si è scritta la storia d’Italia. Presumibilmente il locale assunse il nome attuale più tardi, nel 1848, e sicuramente fu trasferito dove è oggi allorquando fu aperta la piazza, nel 1875.
Piano di Sorrento a metà Ottocento viveva il suo secolo d’oro con la produzione di naviglio alla Marina di Cassano e l’industria della seta, rinomata in tutto il Regno di Napoli. Erano fiorenti le esportazioni di arance e limoni, noci, vino e olio d’oliva. Il Gran Caffè diventò il luogo d’incontro di uomini d’affari, anche perché era aperto quasi tutto il giorno, almeno per venti ore, considerando che di mattina alle cinque era già funzionante. Era il luogo di contrattazione per generi alimentari, in primis la carne di vitello, punto d’incontro di marittimi, commercianti, imprenditori ed artigiani. Naturalmente alla presenza di uomini d’affari si accompagnava uno scambio di pareri che riguardava la politica, la finanza e l’arte, in un paese da sempre aperto alle idee e alle innovazioni, non fosse altro per la frequentazione dei porti del Mediterraneo, del Nord Europa e dell’Atlantico, in un incessante rincorrersi di nuove esperienze di vita.
Al Gran Caffè Marianiello di Piano, fatte le debite proporzioni, avveniva esattamente tutto quanto accadeva al Gambrinus di Napoli, al Caffè Greco di Roma, al Florian di Venezia, al Pedrocchi di Padova, al Caffè degli Specchi di Trieste. Immagino, seduti al tavolino per bere un caffè, Gaetano Amalfi, il filosofo Mariano Maresca, Padre Simpliciano della Natività, Don Bartolomeo Maresca, Francesco Saverio Ciampa, Francesco Ciampa, Don Michele Massa, Don Achille Lauro, i grandi dottori Domenico Cota, Gustavo Iacono e Mario D’Esposito e lo stuolo infinito dei marittimi che tanto lustro hanno dato alla nostra terra.
Certo, a fine Ottocento, l’impianto del mercato ortofrutticolo dovette dare un’impronta più commerciale e popolare al vecchio Caffè, diventato una vera e propria Borsa Merci, luogo di pattuizioni e di firme di contratti anche importanti, specie nelle ore della mattina, conservando la caratteristica di punto d’incontro, di svago, nelle ore serali, quando si giocava a carte, si fumava, si discuteva e si faceva anche poesia. Se il Gran Caffè potesse parlare ci racconterebbe storie incredibili: i Borbone, l’Italia riunificata, Garibaldi e Franceschiello, le guerre coloniali e quelle mondiali, le epidemie, i terremoti, le feste e i funerali, le processioni, come un occhio vigile sullo scorrere del tempo di un popolo, il nostro.
Il racconto del lunedì di Ciro Ferrigno
Con alcune vecchie foto di Piazza Cota, la bella tela che l’Artista M. Rosella Cetani ha dipinto per l’importante anniversario del Marianiello

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