Padova. Sequestrate 10 tonnellate di carne suina proveniente dalla Cina per peste suina

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Maxi sequestro della Guardia di Finanza di Padova di 10 tonnellate di carni suine provenienti dalla Cina, introdotte nell’Unione europea in violazione delle norme e potenzialmente contaminate dalla peste suina africana. I sanitari dell’Ulss 6 Euganea hanno ritenuto il prodotto potenzialmente molto pericoloso, tanto da non voler procedere a un’analisi della carne decidendo il suo immediato incenerimento.

Il sequestro della Guardia di Finanza di Padova è il frutto dei controlli attivi alla dogana. I militari del colonnello Fabio Dametto hanno intercettato il camion proveniente dalla Cina via Rotterdam e hanno deciso di verificare cosa ci fosse all’interno. Le carni erano state nascoste in un doppio fondo, sulla falsa riga di quelli usati per trasportare droga. Appena accertati il tipo di carne e la provenienza, l’autorità sanitaria ha deciso di procedere subito con la distruzione del carico. La decisione è stata presa in virtù della pandemia di peste suina che ormai da un anno ha investito l’Asia, portando all’uccisione di oltre 5 milioni di capi.
L’azienda a cui era destinato il carico si trova nella zona industriale di Padova e rifornisce numerosi ristoranti cinesi della città e della provincia. Sono in corso accertamenti per capire quali tra questi fossero i destinatari della carne sequestrata.

Un primo esame della merce aveva consentito al personale specializzato di verificare che si trattava pervalentemente di ortaggi, stoccati nel container provocando un’interruzione della catena del freddo. Pertanto, l’intera partita di merce, consistente in circa 23.000 kg di prodotti vegetali, è stata sottoposta a sequestro amministrativo. Nel corso delle operazioni di scarico del container, emergeva la preoccupante circostanza che i prodotti alimentari di origine vegetale altro non fossero che un carico di copertura per celare l’importazione illegale di carne suina.

Infatti, l’esame dei prodotti di origine animale consentiva al personale specializzato dell’USl di appurare che si trattava di kg. 9.420 di carni suine provenienti dalla Cina, altamente pericolose per il grave rischio di contaminazione dovuto alla peste suina africana (ASF- African Swine Fever). Un carico decisamente corposo a conferma che, con l’approssimarsi dei festeggiamenti del Capodanno cinese, le carni suine sono particolarmente richieste dagli immigrati cinesi, che le acquistano a prezzi inferiori incuranti delle potenziali conseguenze per la salute.

Sentito il Ministero della Salute, il personale dell’ULSS ha emesso un provvedimento d’urgenza disponendo l’immediata distruzione delle carni illegalmente importate dalla Cina. L’imprenditore cinese è stato deferito alla Procura della Repubblica di Padova per i reati di commercio di sostanze alimentari nocive (art. 444 c.p.), diffusione di malattie delle piante o degli animali (art. 500 c.p.), contrabbando (art. 282 del DPR 43/73 – testo unico leggi doganali) e per violazione della disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande (artt. 8 e 12 della legge 283/62). L’eventuale condanna del trasgressore, essendo il fatto di particolare gravità e provocando un pericolo per la salute, potrebbe condurre alla chiusura definitiva dell’esercizio e alla revoca del provvedimento amministrativo che consente lo svolgimento dell’attività economica.

Ora la Coldiretti insiste sulla sicurezza dei consumatori: “Serve dare immediatamente il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine sui derivati della carne suina, per garantire la trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi”. Lo afferma in una nota il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini.

Fonte “La Repubblica”

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