È morto lo chef filosofo Vittorio Fusari

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    Lutto nel mondo della ristorazione È morto Vittorio Fusari, rinomato chef tra Brescia, Bergamo e Milano , era considerato lo chef filosofo della Franciacorta, in provincia di Brescia.

    “Il mio lavoro è anche al di fuori delle cucine: tramandare la sapienza millenaria della gastronomia italiana è la mia vita. Perché il buon mangiare avvicina le persone, aiuta a trovare punti di vista comuni, aiuta ad essere felici”. Così si presentava su Identità Golose nel suo profilo, questa era la sua filosofia di cucina. Non era uno “chef star” ma era un grande chef Vittorio Fusari, morto a 66 anni in ospedale a Chiari, dove era ricoverato da qualche giorno in seguito a un principio di infarto. A ucciderlo una embolia che lo ha colpito nella tarda mattinata.

    Figlio di un ferroviere – e a sua volta capostazione in gioventù – Fusari aveva studiato filosofia, ma poi aveva aperto il suo primo ristorante il Volto di Iseo nel 1981, un’osteria che aveva creato e che, tra i primi se non primo in Italia, univa l’alta cucina a un ambiente rilassato e rilassante. Dal Volto erano nate le Maschere, ristorante di cucina d’autore, per poi tornare nel ’95 alla prima esperienza, alla sua osteria di Iseo. Poi l’importante parentesi milanese al Pont de Ferr, dal 2015 al 2017 e il ritorno in Franciacorta, di cui Fusari è stato un simbolo in cucina, a Adro con la Dispensa Pane e vini.

    L’ultima esperienza a Bergamo con il ristorante Balzer, storico bar cittadino, che con Fusari è diventato simbolo di convivialità e di comunità del cibo. “Qui – raccontava con orgoglio – sono vietati i preparati, gli additivi e i conservanti a vantaggio delle materie prime fresche, delle biodiversità locali, i prodotti da agricoltura biologica”.

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