In Messico i bambini si arruolano per difendere i propri cari

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In alcune zone diventa complicato andare anche a scuola, mettendo a repentagno la propria vita quotidianamente. Altri diciannove bambini tra i 6 e 15 anni si sono arruolati nella polizia comunitaria del Guerrero, uno Stato del Messico sud-occidentale, per difendere se stessi e le proprie famiglie dalle gang. Sono gli orfani dei dieci musicisti, appartenenti al popolo indigeno nahua, che il 17 gennaio sono stati uccisi dalla banda criminale Los Ardillos, la quale mira ad ottenere il controllo assoluto del territorio. Adesso i minori arruolati sono più di novanta, sono dei sopravvissuti e non hanno altra scelta che continuare a rischiare la vita.

In Messico i bambini si arruolano per difendere i propri cari

La polizia comunitaria (Crac-pf), il gruppo nato nel 2014 come esercito popolare di difesa, raccoglie i membri delle sedici comunità locali che, da sole, cercano di resistere al regime di terrore del cartello che da più di vent’anni comanda il traffico di droga nell’area montuosa del Guerrero.

Il 22 gennaio i media locali sono stati invitati ad assistere alla “cerimonia di arruolamento” dei minori, tutti armati di fucile, in divisa. La strada che collega Chilapa a Hueycatenago è stata bloccata. “Non ce ne andremo finché non arriverà il presidente della Repubblica López Obrador”, ha dichiarato il coordinatore, David Sánchez Luna. “Deve dare una risposta alle nostre richieste e garantire la sicurezza delle nostre comunità”.

In un video diffuso sul web a maggio, alcuni bambini chiedevano la liberazione di dodici ostaggi rapiti da Los Ardillos, dichiarando di essere i sopravvissuti alla strage del gennaio 2019, quando la piccola comunità indigena di Rincón de Chautla era stata tenuta sotto assedio per quattro ore da 150 guerriglieri, che si erano lasciati alle spalle una scia di sangue e devastazione. La risposta alla richiesta di intervento delle forze armate, avanzata direttamente al governo centrale, era stata il silenzio assoluto.

Quello che sta accadendo in questa regione è solo un tassello della truce realtà nazionale: secondo i dati diffusi dalla Rete per i diritti dei bambini in Messico (Redim), dal 2000 ad oggi sono stati 21mila i bambini vittime di omicidio, 1.463 solo nel 2018. Per l’Unicef, invece, sono 5.790 i minori scomparsi dal 2010 al 2017. In una cornice di totale indifferenza, criminale e allargata.

Credits to Lifegate

 

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