Costa d’Amalfi: Minori conserva quasi intatto l’assetto originale

L’ultimo stravolgimento, nel bene e nel male, del centro urbano di Minori avverrà con ogni probabilità quando sarà terminato il tunnel stradale che la collega alla attigua Maiori. Senza entrare nel merito perché è stato detto già tanto, speriamo sia l’ultima perché la “fotografia” di Minori sta bene così, anche se in qualche parte sfocata.
La positività delle operazioni condotte negli anni la si è notata per il fronte mare e le strade interne (in origine interpoderali, poi divenute autostrade) che ha comportato la positività di riservare alcuni tratti solo al traffico pedonale (si fa per dire , moto e motorini permettendo)
Si sarebbe , però, potuto offrire maggiiore visibilità alla zona archeologica romana che nessuna amministrazione comunale ha preso in seria considerazion e sia per la parte esterna che per quella interna. La stessa penonale che dalla piazza Umberto I° (ex piazza del Popolo) passa per la Villa Romana ed un tempo sfociava senza interruzioni alla zona alta del borgp è ormai an onima: ridotta al ruolo di strada interna un tempo pavimentata a basalto ed ora coperta da anonimi cubetti di porfido. Essa partiva dalla piazza per dove si svolgeva il traffico automobilistico (se così si può chiamare quello del tempo fatto di carretti e carrozze a cavalli) perchè l’attuale curva della Madonnina non esisteva (era spiaggia alquanto sporca dove venivano ammassate le pecore che scendevano al mare nel corso della transumanza estiva, per poi farle bagnare, insieme a noi giovincelli, nel mare fino allo “scoglio tondo”) proveniente da Salerno e da Amalfi e passava per lo slargo dove c’è la Conad di Giggino, un tempo incontrastato regno di Pascarella con il suo banco di frutta. Pascarella amava esporre la sua merce sulla pubblica via con la bilancia ed il tavolinio: ogni qualvolta doveva passare un camion o il pullman per Tramonti era una tragedia, perché Pascarella era costretta a rimuovere momentaneamente il tutto
La pedonale santa Lucia era la strada principale perchè l’attuale corso Vittorio Emanuele era molto stretto per dare spazio al torrente Reghinna che veniva al mare dopo aver rifornito di acqua i mulini ed i pastifici lungo il suo corso. Queste sono situazioni, che continueremo a raccontare in altre occasioni , care alla memoria do noi ultrasettantaseienni, perché non si possa dimenticare le origini quando i minoresi erano chiamati “culi bianchi” dal momento che erano soliti (essendo pastafinari) pulire le mani imbiancate di farina sulle pacche.

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